Le molteplici proprietà del basilico, in primis quella aromatica, rendono questa piantina particolarmente coltivata in casa. Ma esiste anche un altro metodo di coltivazione che coinvolge il mondo sottomarino: ecco come fanno e perché.
Tutti sanno che la bandiera italiana ha i colori del bianco, rosso e verde. Non molti, però, sono a conoscenza del fatto che l’Italia nel mondo è spesso identificata per il cibo. Tra tutti, la pizza è il simbolo madre, di frequente associata ai colori della bandiera. L’impasto rappresenta il bianco, il rosso simboleggia il sugo, e il verde? Semplice, il basilico. Molto utilizzato come pianta per aromatizzare il cibo, il basilico è anche l’emblema dell’italianità nel mondo. Che sia acquistato o coltivato in casa, il basilico è uno degli aromi che non manca quasi mai in casa degli italiani. Il basilico è particolarmente gettonato anche per la sua bassa difficoltà nella coltivazione.
Per quanto richieda la sua specifica attenzione in tutte le sue fasi, dalla semina all’innaffiamento passando per il posizionamento di esposizione alla luce solare, coltivare il basilico è una delle pratiche botaniche più diffuse a livello domestico. Esistono però anche le coltivazioni intensive e negli ultimi anni è stato fatto un passo avanti anche nella coltivazione idroponica, ovvero una tecnica che vede le piante fuori dal suolo . Se a questo si associa il mondo subacqueo, allora si parla di un avanzamento di pratiche di coltivazione da non sottovalutare. E’ il caso della coltivazione del basilico sott’acqua: vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Cosa significa coltivare il basilico in acqua: ecco dove
Se non avete mai sentito parlare della coltivazione idroponica subacquea non c’è da stupirsi, in quanto si tratta di una tecnica di coltura non soltanto recente ma anche singolare, tutta targata Italia. L’idea è nata nel 2012 da Sergio Gamberini, proprietario dell’azienda di attrezzature subacquee Ocean Reef Group, il quale ha voluto unire il mondo subacqueo e quello del giardinaggio attraverso la coltivazione del basilico. Presentato all’Expo di Milano nel 2015, il progetto si è così diffuso e ingrandito fino a formare il primo orto subacqueo al mondo a Noli, in Liguria. L’orto di Nemo è infatti un orto sott’acqua autosufficiente ed ecosostenibile, il quale negli ultimi anni ha preso sempre più piede fino a diventare particolarmente famoso. In una situazione climatica in cui le risorse idriche scarseggiano e i continui cambiamenti pongono nuove sfide all’agricoltura, la coltivazione del basilico sott’acqua è stata un’iniziativa non solo premiata ma anche molto studiata.
La tecnica della coltivazione dell’orto di basilico sott’acqua, infatti, non è così complessa come si può pensare. Sul fondale marino, a circa sei metri sotto il livello dell’acqua, sono state installate delle cupole costituite da materiale vinilico trasparente capace di attirare il filtraggio della luce solare, in modo da formare delle vere e proprie biosfere. Queste cupole sono composte principalmente da circa un centinaio di piantine di basilico, coltivate con il metodo idroponico, ovvero in assenza di suolo. In questo caso le calotte sono chiuse da quattro pareti laterali, ma il tetto è però aperto in modo da formare una camera d’aria permettendo al basilico di ricevere la giusta dose di luce solare fondamentale per la fotosintesi clorofilliana.
Trovandosi a pelo d’acqua, queste cupole permettono al sole di penetrare e di far evaporare l’acqua grazie al riscaldamento della temperatura. La condensa che si forma, quindi le goccioline che poi calano lungo le calotte, vengono raccolte e utilizzate per innaffiare il basilico. Il microclima viene, inoltre, a trovarsi all’interno di un sistema che ha come alimentazione principale pannelli solari e pale eoliche, le quali fanno in modo di dare la giusta dose di energia per far funzionare l’intera pratica di coltivazione. La principale caratteristica di questa coltivazione subacquea, però, è data anche dai benefici apportati alla qualità del basilico.
Perché coltivare il basilico in acqua è salutare: i benefici
Anche se l’orto di Nemo ha raggiunto una certa fama negli ultimi tempi, trattandosi di una tecnica di coltivazione recente può ancora dirsi in fase di sperimentazione. Per quanto si sia alla continua ricerca di metodi di miglioramento per l’intera coltivazione subacquea del basilico, in realtà i benefici rilevati da questa pratica di coltura sono già riscontrabili in alcune ricerche. Il primo vantaggio che la coltivazione idroponica subacquea garantisce alle piante coltivate è l’assenza di agenti patogeni. In questo senso, l’ecosistema che viene a crearsi all’interno di ogni singola calotta permette alla biosfera di essere protetta dall’attacco di parassiti. Ciò porta dunque anche alla totale assenza di pesticidi, fornendo numerosi benefici non soltanto alla stessa piantina ma anche all’ambiente circostante, in quanto non va ad intaccare o inquinare l’ecosistema marino circostante.
Del resto, questa pratica di coltivazione nasce proprio con l’intento di dare un’impronta quanto più ecosostenibile e green possibile anche al campo dell’agricoltura, lasciando che i vari ecosistemi naturali agiscano tra di loro senza sfruttarli. Sembra quasi banale ma in questo senso anche l’aroma e il sapore del basilico cambiano, sia perché cresce in un ambiente totalmente salvaguardato e naturale ma anche perché lontano da insetticidi, pesticidi e vari germi e parassiti che possono invece essere più frequenti nella coltivazione a contatto diretto con terreno e suolo. Per quanto l’orto di Nemo e il suo metodo di coltivazione subacquea fossero già noti nell’ambiente botanico, a lanciare la prima vera notizia dell’importanza della coltivazione sott’acqua del basilico ci ha pensato qualche anno fa l’Ansa, la quale ha riportato un rilevante studio condotto dai ricercatori dell’Università di Pisa. Questa ricerca ha infatti evidenziato come le piante di basilico coltivate dall’orto di Nemo non soltanto fossero più verdi ma anche molto più aromatiche e saporite delle altre.
In quest’ottica, queste piantine di basilico sono risultate anche ricche di sostanze antiossidanti. Solitamente il basilico è conosciuto per le sue proprietà diuretiche e digestive, andando ad agire sui vari problemi gastrointestinali, ma il basilico coltivato sott’acqua è risultato essere di una qualità molto più elevata. Come riportato in una nota dalla stessa Università pisana, le analisi hanno riscontrato un elevato contenuto di polifenoli, ovvero sostanze antiossidanti, e di pigmenti fotosintetici, in grado di attirare in maniera più precisa la giusta dose di luce che serve al basilico. Esporre il basilico al sole o all’ombra è infatti uno dei quesiti più diffusi quando si tratta della coltivazione di questa pianta, ma attraverso la coltivazione subacquea il sistema controllato permette agli habitat di questi ecosistemi di combinarsi tra loro donando un basilico degno delle sue proprietà e qualità aromatiche.