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Bomba nucleare: i comportamenti da adottare per sopravvivere a un attacco

La Pace sembra davvero lontana, può essere quindi una buona scelta pensare a qualche piano di fuga in caso di attacco con bomba nucleare.

Aerei testano Bomba nucleare (Foto Canva) – orizzontenergia.it

Il mondo sembrerebbe aver esaurito la volontà di cercare la Pace. L’ansia per le guerre e per le loro conseguenze sta quindi logicamente tornando prepotente. Soprattutto tra le nuove generazioni. Molti però, oltre ad avere paura, non hanno idea di quali dovrebbero essere i comportamenti da seguire in casi estremi. Cosa si dovrebbe fare nel caso di attacco? Come dovremmo comportarci se per qualche malaugurato caso, ci ritrovassimo coinvolti in situazioni ad alto rischio? Leggiamo tutti i giorni di risvolti tragici su civili e forze armate, ma poi non perdiamo mai quei sani 10 minuti a perdere il tempo necessario per istruirci. La nostra attualità, inoltre, è sorprendentemente aggressiva. Le attuali bombe più potenti non sono neanche lontanamente paragonabili ai primi prototipi delle originali bombe nucleari.

Esempi come quelle lanciate in Giappone durante la Seconda guerra mondiale sono potenti, ma non quanto l’ultima creata da paesi come la Russia. In fin dei conti conosciamo tanti metodi di sopravvivenza per tutte le possibili catastrofi. Conosciamo tutte le azioni da fare in caso di terremoto, di incendio, di alluvione. Dovremmo forse iniziare a conoscere anche la lista di cose da fare, in caso di attacco aereo? In fin dei conti, meglio sapere una cosa in più e non utilizzarla mai, che conoscere una cosa di fondamentale importanza in meno e finire con il rimpiangerlo per il resto della vita. Benvenuti quindi in questa breve guida, su cosa fare, in caso di attacco nucleare. Negli ultimi mesi, i governi europei hanno sviluppato attraverso l’utilizzo delle intelligenze artificiali, diverse applicazioni per poter comunicare in maniera tempestiva con la propria popolazione.

Lo scenario del lancio di una bomba nucleare

Esempio di scenario apocalittico post bomba nucleare (Foto Canva) – orizzontenergia.it

Quindi, nel migliore dei casi, avremmo almeno un preavviso di qualche minuto. E fidatevi, non si potrebbe chiedere di più in casi limiti. Avere il tempo di rendersi conto del pericolo e cercare di mettersi al riparo sarà il più grande dei regali, in situazioni così estreme. Adesso, la salvezza in caso di bomba nucleare dipende purtroppo da variabili che difficilmente si possono prevedere. A cominciare dalla potenza della bomba e dal suo punto di impatto. Trovarsi sotto ad essa sarà certamente “spiacevole”, ma il lato positivo è che almeno sarà un’esperienza veloce. Se invece sarete abbastanza fortunati da non trovarvi nella zona più a rischio, allora forse riuscirete addirittura a trovare un punto sicuro dove ripararvi.

Per poter avere una possibilità, la cosa più sicura da fare, è metter la maggior quantità possibile, di strati solidi, tra voi e la zona dell’impatto. Andare in un bunker sarebbe la scelta più ottimale, ma ci rendiamo conto che in pochi ne hanno uno direttamente sotto casa. Quindi ecco alcune possibili soluzioni: il seminterrato di casa, una galleria stradale, un tunnel della metropolitana. Questi sono tutti validi rifugi e potrebbero anche permettervi di uscirne indenni o con minimi danni. Dopo l’esplosione ed il conseguente rilascio di radiazione, la cosa che uccide di più le persone dopo una bomba di quelle dimensioni, è il fallout. La cenere radioattiva che inizia a cadere dal cielo dopo un disastro atomico. Questo avviene circa che nelle successive 48h. Evitate quindi l’esterno come la peste. La cosa più saggia sarebbe procurarsi un kit da poter potenzialmente portare con sé.

Come provare a proteggersi

Provviste minime per qualche giorno, coperte termiche, kit di primo soccorso, medicinali di prima necessità e acqua, molta ma molta acqua. I parenti potrebbero prendervi per pazzi, ma saranno affari loro, quando voi sarete preparati a rimanere in un tunnel della metro per 2 settimane e loro no. Dovete infatti sapere che il tasso di radiazioni, a due settimane dall’impatto, sarà sceso talmente da permettere alla gente di poter attraversare la zona velocemente, senza subire gravi danni. Sarebbe molto saggio quindi, scegliere di rimanere nascosti per quel lasso di tempo o al limite, fino all’arrivo certo di soccorsi. Il cibo, potenzialmente si può razionare, ma un ambiente ostile all’uomo non è risolvibile. Ovviamente nessuno crede veramente che questa prospettiva sia effettivamente plausibile.

Ma gli ultimi anni ci hanno insegnato fin troppo bene che non si dovrebbe mai avere fiducia in ciò che la ragione crede improbabile. Meglio farsi mille film mentali e non doversi mai affidare a queste conoscenze, che averne bisogno e non averne. C’è ovviamente la possibilità che, nel momento in cui l’eventuale bomba stia per esplodere, voi non siate nella posizione migliore, a prescindere dalla forte preparazione accumulata. Mettiamo caso che ad esempio voi vi troviate per qualche malaugurato caso, dentro un palazzo. In quel caso via da porte e finestre. Corrette nella zona più centrale e protetta dello stabile e accucciatevi a terra. Se qualcuno la sopra vi vuole bene, allora questo basterà a salvarvi. Potreste sempre trovarvi lontani dalla zona dell’impatto

Giovanni Cardarello

Giornalista pubblicista (ODG Umbria). Laureato con Master in Comunicazione. Romano del Quadraro, ma vivo in Umbria fra Spoleto e Terni. Sposato con Ilaria, ho tre figli. Mi occupo di sport, ambiente, cucina, politica, economia, lifestyle e gossip. Scrivo sui giornali, cartacei e online, dall'età di 14 anni. Dal 2017 lo faccio per il Gruppo Editoriale della testata