Proprio ora che l’Europa ha (scandalosamente?) rinnovato l’autorizzazione all’uso del glifosato, arriva una storica sentenza per danni.
L’Europa ha da poco rinnovato le autorizzazione per l’utilizzo del glifosato in ambito agricolo per altri dieci anni. Il glifosato è un potentissimo diserbante chimico che viene assorbito per via fogliare, devitalizzando le erbe infestanti, annientandole. Approvato per la prima volta negli anni ’70, questo erbicida ha poi avuto il via libera in tutto il pianeta, in ambito agricolo, compresa l’Italia, dove questo prodotto è ampiamente utilizzato.
La diffusione del glifosato è dovuta alla sua “bassa pericolosità” e “bassa tossicità” rispetto ai primi erbicidi utilizzati prima degli anni ’70. Dunque, per decenni è stato ritenuto sicuro e ideale per l’agricoltura, anche perché il prodotto non ha un grosso potere di penetrazione nel terreno, fermandosi a meno di 20 cm nel suolo, perciò gli agenti chimici non riescono ad arrivare alle falde acquifere.
Tuttavia, da una decina di anni fa si sono scoperte allarmanti controindicazioni, a partire dallo studio dei ratti, molti dei quali ammalati di tumore proprio per via del prodotto. È partire dal 2012 sono sorte varie inchieste da parte di Agenzie Governative, riguardanti la tossicità del glifosato. E ora?
Sentenza storica in Francia: arriva la prima condanna per danni da glifosato
Nel 2015, la IARC (l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) ha classificato il glifosato come probabile cancerogeno per l’uomo e per gli animali, anche se altri enti non concordano con questa valutazione. Eppure, dalla Francia arriva la prima sentenza storia. Vittima una famiglia di agricoltori, che ha sporto denuncia nei confronti di questo diserbante chiedendo l’immediato ritiro.
La denuncia è scattata proprio in concomitanza con il rinnovo del prodotto da parte di tutta la UE. A subire gli effetti dannosi del pesticida è stato Théo Grataloup, oggi 16enne che vive nel dipartimento dell’Isère, nato con gravi malformazioni e patologie perché sua madre, durante il periodo di gravidanza, è stata continuamente esposta al glifosato. Si tratta di un riconoscimento che segna una svolta che potrà cambiare le sorti di questo prodotto.
Legame tra glifosato e malattie: la conferma e il risarcimento per le spese mediche
Il Fondo di compensazione per le vittime dei pesticidi, al momento ha confermato il legame tra esposizione prenatale al glifosato e le patologie di cui soffre Théo: atresia esofagea, che ha costretto il ragazzo a sottoporsi a decine di interventi chirurgici. Durante la gravidanza, la madre aveva utilizzato il diserbante Glyper, contenente appunto glifosato.
Già all’epoca della nascita del suo bambino, nel 2007, la donna aveva nutrito dubbi sul prodotto agricolo, per poi avviare la prima battaglia legale nel 2017. Ora che la sentenza ha dato ragione alla famiglia Gratalup, il Governo francese, e probabilmente anche tutti gli altri paesi, saranno costretti a ritrattare le autorizzazioni sull’uso del prodotto, vietandolo per sempre? Ancora non si sa nulla, intanto Francia e Austria potrebbero bloccarne il commercio nei prossimi mesi, così come ha già fatto il Lussemburgo nel 2020.
Eppure, sembra un controsenso, visto il riconoscimento del legame tra pesticida e malattia, tanto che questo comporta la copertura di tutte le spese mediche. Al momento, infatti, il Fondo ha accordato al giovane un risarcimento pari a mille euro al mese per affrontare le spese mediche, cifra che sarà rivista nel marzo 2025, in base alle sue condizioni di salute. Di certo, questa sentenza potrebbe cambiare molte cose. L’Italia, intanto, prosegue imperterrita con il rinnovo, come descritto in un articolo del WWF pubblicato nel 2022.