Qual è la particolarità di una fattoria verticale, ed in particolare della prima in assoluto che è stata creata adesso in Italia. Il futuro è questo.
Fattoria verticale, conoscete di che cosa si tratta? Con questa accezione possiamo fare riferimento a delle strutture da potere impiegare sia per la coltivazione di frutta, verdura ed ortaggi che per l’allevamento di animali. Ma con una particolarità che riguarda lo spazio impiegato ed anche l’assoluto non utilizzo di materiali potenzialmente pericolosi, come ad esempio il nichel. Il terreno viene trattato con tecniche cosiddette “fuori suolo” e che comportano un risparmio di acqua notevole rispetto a quelle che sono le metodologie in un campo aperto.
I primi esemplari di fattoria verticale risalgono a poco più di venti anni fa e pionieri in questo sono stati gli giapponesi. Le fattorie verticali sono di grande utilità anche per l’ottimizzazione degli spazi. Ed al loro interno possono avere luogo non solo la produzione da agricoltura od allevamento ma anche il trattamento delle materie prime ottenute, la vendita ed il consumo delle stesse. Ci sono anche delle tecniche produttive ben specifiche, volte a fare in modo che si ottenga un certo quantitativo di questo frutto, di quell’ortaggio o così via in un preciso lasso di tempo prestabilito.
Fattoria verticale, la grande pensata in Toscana
In una località del Centro Italia c’è chi ha pensato di mettere in pratica tutti i dettami e tutto ciò che serve per creare una fattoria verticale all’interno di una struttura già preesistente. E che sorgeva da almeno cento anni. Per un metodo di riutilizzo degli spazi assolutamente virtuoso, visto che la filiera produttiva delle fattorie verticali si inserisce nell’ambito di quelle che sono le produzioni cosiddette a chilometro zero, biologiche ed ecosostenibili. L’ambiente impiegato è quello di un ex rifugio anti bombardamenti risalente alla Seconda guerra mondiale.
Qui sono stati applicati i parametri di controllo in ambienti interni allo scopo di potere gestire la temperatura, il tasso di umidità, l’illuminazione, la percentuale di anidride carbonica presente e tanto altro. Ricordiamo che ci troviamo all’interno e non in un consueto campo coltivato. Questo vecchio rifugio antiaereo sorge all’interno del territorio della località di Torrita di Siena ed è la prima di questo tipo mai allestita in Italia. Vengono coltivate verdure, ortaggi, ere aromatiche, tutti destinati alla locale mensa comunale o donate alle famiglie che risiedono nel posto e che versano in difficoltà economiche.
Il funzionamento è il più ecosostenibile possibile
La superficie è alquanto vasta e possiede diversi box disposti in verticali. Le luci sono tutte quante al led, che rappresenta la tipologia per l’illuminazione più ecocompatibile e meno inquinante possibile. Infatti richiede un quantitativo di corrente elettrica ridotto e mediante esse ha luogo il processo di fotosintesi clorofilliana. Trovandoci sotto terra, questa cosa non è possibile perché il Sole non arriva. Invece le piante crescono mediante tecniche di idroponica, trovandosi così in una soluzione liquida dotata di tutti i nutrienti dei quali necessitano.
In tal modo poi è ridotta al minimo la presenza di parassiti. Questo vuol dire che non vengono impiegati pesticidi. L’idroponica garantisce anche raccolti lungo tutto l’anno, con periodi a ciclo continuo. Con una produzione di diversi chili di ortaggi, frutta e verdura ottenuti ogni mese. Infine ci sono anche delle strutture alberghiere che sono tratte da rifugi antiaerei e che funzionano mettendo in pratica dei principi di funzionamento che siano il più possibile anti spreco ed ecologici.