Una nuova scoperta compiuta riguardo al Sistema Solare entusiasma gli astronomi, che hanno utilizzato le IA per condurre uno studio innovativo.
Il Sistema Solare non smette mai di stupirci. Tante sono state le scoperte che hanno avuto luogo nel corso degli ultimi decenni, grazie soprattutto al progredire tecnologico. Dal 2015 ad esempio conosciamo finalmente com’è fatto Plutone, “l’ex pianeta” retrocesso al rango di planetoide (o pianeta nano) nel 2006 su disposizione dell’Unione Astronomica Internazionale. Prima di allora non avevamo avuto modo di saperne di più perché Plutone vaga nella sua orbita eccentrica (non è allineata al piano dell’eclittica e si presenta infatti inclinata, n.d.r.) nel buio più totale.
Ma il passaggio della sonda New Horizons il 15 luglio 2015, dopo ben nove anni di viaggio a 58.000 km/h, ci ha rivelato il suo aspetto e tante altre caratteristiche uniche che lo caratterizzano. Oggi la New Horizons è ancora in funzione ed attualmente si trova a circa 55 unità astronomiche (UA) dal Sole. Ovvero ad una distanza di più di 8 miliardi e 250 milioni di chilometri. Ma la New Horizons dovrà percorrere altre 65 UA prima di potere raggiungere quello che si pensa possa essere il confine del Sistema Solare.
Infatti non c’è la certezza assoluta su dove il nostro sistema stellare possa finire. Sappiamo però della esistenza di due vaste regioni ben oltre Plutone. La prima è la fascia di Kuiper, mentre la seconda, ben più lontana e che assume una forma sferica, è la Nube di Oort, che è molto più grande e nella quale il Sistema Solare è inglobato. Ci vorrebbero all’incirca 30mila anni per potere superare quest’ultima zona ed entrare nello spazio interstellare, procedendo ad una velocità di circa 200 chilometri al secondo. Una infinità.
Alcuni studi recenti però suggeriscono che i confini interni dello stesso Sistema Solare sarebbero da riscrivere e da porre a distanze maggiori. In particolare osservazioni basate sull’impiego delle intelligenze artificiali e che hanno intrecciato e confrontato tra loro migliaia di informazioni hanno fornito agli astronomi delle informazioni inedite. Informazioni che riferiscono di come la Fascia di Kuiper possa avere un numero di oggetti, tra asteroidi e pianetini vari, ben superiore ai milioni che già si pensa possa contenere. È stato notato anche che il loro numero tende ad aumentare intorno ad una media di 70 Unità Astronomiche. Nella Fascia sono presenti anche sostanze volatili congelate quali metano, acqua ed ammoniaca
Ciò fa pensare che potrebbe esserci una ulteriore cintura di oggetti tra la Fascia di Kuiper, densa anche di asteroidi delle più disparate misure, e la Nube di Oort, separata dalla prima da un vuoto di 50 UA. Diciamo che i confini del nostro sistema stellare, pur non essendo netti in termini di distanza, sono da inquadrare per l’appunto entro l’interno della Nube di Oort, che è in assoluto la parte più lontana da noi.
Oltre a questa ci si addentra nello spazio siderale, anche se già la stessa Nube di Oort è già lontanissima. È composta da milioni di comete, tra le ventimila e le centomila Unità Astronomiche, e va dai 0,3 ad 1,5 anni luce dal Sole. Si tratta di 2400 volte la distanza che va dalla nostra stella a Plutone, ovvero 5,1 miliardi di chilometri. Ed oltre ci aspetta il sistema stellare di Alfa Centauri, distante circa 4 anni luce. Che in chilometri si traduce in una distanza di 40mila miliardi di chilometri.