Limite di giorni per un determinato periodo, di orario giornaliero e anche i gradi: cosa prevede la norma per alcuni edifici
L’estate sembra essere andata via. Sembra. Perché la crisi climatica rende pazzo e il tempo e sia il caldo che il freddo fuoristagione sono sempre dietro l’angolo. Dice tutto che a metà ottobre l’autunno sembrava ancora lontano, fino a qualche giorno fa. Ora le temperature si sono abbassate e sono arrivati i primi temporali. In alcuni Comuni l’impianto di riscaldamento è già attivo, in altri bisognerà aspettare questa settimana o i primi giorni di novembre. Ci saranno riduzione delle ore giornaliere e anche dei giorni in cui si potranno beneficiare del calore dei termosifoni.
Termosifoni, le regole dei Comuni: cosa cambia
Soprattutto per quanto riguarda gli uffici pubblici, ora si comincerà a porsi la solita domanda, “quando si accendono i termosifoni?”. Vediamo quali sono le nuove regole per la stagione invernale ormai alle porte.
Innanzitutto ricordiamo che i singoli Comuni scelgono quando accendere i termosifoni e per quanto tempo. Ciò avviene in base alla locazione: se è un posto più freddo, l’accensione avviene prima rispetto ad altri. Ad esempio il giorno di Verona è stato domenica 15 ottobre e saranno spenti il 15 aprile 2024.
Le ore giornaliere sono massimo 14, dalle 5 del mattino fino alle 23. Per quanto riguarda invece le temperature massime stabilite sono 19 C° per gli edifici pubblici e privati e 17° C per gli edifici industriali e assimilabili. Ci sono eccezioni però per ospedali, case di riposo, asili nido e scuole dell’infanzia.
Situazione diversa ad esempio a Milano. La Giunta meneghina ha firmato un’ordinanza che prevede meno giorni, meno ore e temperature massime più basse, in modo da risparmiare un bel po’ di energia.
Nel capoluogo lombardo i termosifoni non si possono ancora accendere. L’attivazione è in programma il 22 ottobre e lo spegnimento l’8 aprile, una settimana dopo Pasqua, cinque 15 giorni in meno rispetto a tanti altri Comuni.
Attraverso una nota di stampa, il Comune ha inoltre fatto sapere che il massimo giornaliero è di 13 ore anziché 14, sempre tra le 5 e le 23. La temperatura massima consentita per gli edifici residenziali sarà di 19°C + 2°C di tolleranza, quindi meno 1°C rispetto ai 20°C previsti per legge. Restano sempre delle eccezioni per alcune categorie di edifici adibiti a ospedali, cliniche o case di riposo, le scuole materne e gli asili nido.
Nessuna legge nazionale regola il funzionamento per le abitazioni privati. A casa propria ognuno può fare come vuole, tenendoli accesi per tutto il tempo che lo ritiene necessario e a qualsiasi temperatura. Ci sono però delle regole che pur se non sono scritte dal legislatore nero su bianco è bene attenersi per risparmiare.
Ricordiamo che consumare di meno è un beneficio non solo per l’ambiente, e dunque per tutti, ma anche per le proprie economie. Basta porre attenzione a delle piccole regole, che valgono anche per i climatizzatori in estate.
La temperatura in casa deve avere una differenza di 4 massimo 5 gradi rispetto all’esterno. Se fuori il termometro segna 10 gradi, avere una temperatura estiva da 30 dentro è un grande dispendio. Sono sufficienti anche 20 gradi, come se fosse primavera, e coprirsi un po’ di più. Ci sono alcuni metodi per provare a risparmiare ma attenzione perché alcuni sono illegali.