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Mar Baltico, perdita importante di metano: perché è particolare agli occhi dei ricercatori

Nel Mar Baltico una perdita di metano eccezione con manifestazioni mai viste prime. Gli studiosi si interrogano sul perché e sulle possibili conseguenze

Mar Baltico al tramonto (OrizzontEnergia.it)

Ancora una volta, nel Mar Baltico, si sta verificando un’importante perdita di metano. È di grandi dimensioni e non è la prima volta che accade una cosa del genere. Già nel corso dello scorso anno, infatti, le fughe di gas sono state tre, tutte derivanti dai gasdotti Nord Stream 1 e 2 della società Gazprom che collegano la Russia all’Europa ed in particolare alla Germania, e che attualmente sono pieni di gas naturale sotto pressione.

Questa volta l’inquinamento è però senza precedenti come si legge anche sulle colonne del Sole 24 Ore: l’area coinvolta è di circa 20 km quadrati, grande come circa 4000 campi da calcio scoperta da alcuni scienziati svedesi che l’hanno rinominata Landsort Deep a circa 400 metri dalla superficie. Proprio loro si sono accorti di una particolarità e stanno cercando di capire quali sono i motivi.

Mar Baltico e perdita di metano: cosa sta accadendo

Tramonto sul Mar Baltico (OrizzontEnergia.it)

La perdita di metano in questione, nonostante si trovi a centinaia di metri sotto il livello del mare, si percepisce anche in superfice. Il motivo? Rilascia una massiccia quantità di bolle che arrivano in superfice con fuoriuscite mai viste prima. Di solito, infatti, le bolle si dissolvono nell’acqua e difficilmente arrivano in alto. Questa volta si sono alzate, invece, a circa 370 metri dal fondale marino. Un fenomeno non solo insolito ma anche pericoloso per l’habitat dell’oceano.

Se il gas non si dissolve del tutto, le specie che abitano l’area del Baltico saranno in forte pericolo. Se la quantità di gas che circola in acqua è superiore a 1 mg/l, l’habitat diventa tossico per gli esseri viventi ed in particolare per i pesci che vengono disorientati e non riescono a scappare. Non solo, il gas può arrivare anche nell’organismo degli abitanti marini avvelenandoli e portando loro alla morte nel giro di pochi minuti. Ecco perché, gli studiosi avvertono che nei prossimi giorni, proprio nella zona del Baltico rinominata Landsort Deep, potrebbe verificarsi una moria di pesci e crostacei. Immuni, per il momento, potrebbero essere i planctons che riescono a resistere fino a concentrazioni di gas di 2 mg/l.

Altra conseguenza da non sottovalutare è la formazione di idrati che portano le particelle di gas ad accumularsi sotto lo strato di ghiaccio rimanendone intrappolate fino a quando le temperature non saranno più miti. In quel momento, con il calore, evaporeranno nell’aria andando a peggiorare le già difficili condizioni dell’atmosfera. Il metano, infatti, è 28 volte più potente rispetto alla C02 nell’incamerare calore accentuando così l’effetto serra.

Ma perché avviene tutto questo?

Gli scienziati sono al lavoro per cercare di capire quale sia il motivo per il quale le bolle di gas arrivino fino in superfice ed oltre. Una delle teorie al vaglio consiste nel fatto che le profondità del Mar Baltico potrebbero essere prive di ossigeno condizione che mantiene le bolle intatte e le fa salire ad altezze mai viste prima.  Quello che gli studiosi si stanno chiedendo è se ci siano altre perdite simili in altre zone del Mar Baltico per comprendere appieno il fenomeno che resta una scoperta veramente eccezionale.

Francesca Bloise

Giornalista professionista, laureata in Giornalismo e cultura editoriale presso l'Università di Parma, ho coltivato la passione per la scrittura e l'informazione fin dal liceo ed oggi ne ho fatto il mio lavoro. Seguo ormai da tempo i temi legati all'ambiente e alla sostenibilità, in cerca di curiosità sul green e le energie rinnovabili perchè credo che un'informazione inclusiva non possa lascere indietro tutto questo.

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