Stragi di orsi in Trentino: cosa sta accadendo e perché muoiono tanti mammiferi. Il focus per fare chiarezza e comprendere la situazione
Gli orsi, in Trentino, continuano ad essere protagonisti della cronaca e del dibattito locale e nazionale. Prima la questione legata all’abbattimento in seguito alle aggressioni e ora, invece, si parla di una vera e propria strage. A sollevare l’attenzione degli addetti del settore ci ha pensato l’orso M90 che è stato investito qualche giorno fa sulla statale 42 all’altezza di Mezzana, in Trentino.
L’animale per fortuna è vivo e dopo l’impatto è scappato nei boschi. Questo avvenimento però ha posto l’attenzione su quella che viene definita una vera e propria strage di orsi in Trentino. A delinearne la gravità sono i dati riportati nei Rapporti Grandi carnivori, redatti dal Servizio Faunistico della Provincia Autonoma di Trento che ha analizzato la situazione locale dal 2007 al 2022.
Sono 52 gli orsi morti a causa di un investimento morti in 15 anni. Questo il succo del report che descrive la gravità della situazione che riguarda i plantigradi riportato anche da TeleAmbiente. Ma non è tutto. gli esperti, infatti, sollevano anche la questione che riguarda la maggior parte degli incidenti in cui gli animali non muoiono. Di loro spesso non si sa nulla: né se hanno riportato fratture, ferite importanti se non addirittura emorragie.
Secondo i report la situazione va attenzionata in modo migliore e strategico in quanto un orso investito che resta sul ciglio della strada può essere potenzialmente un pericolo per gli altri automobilisti e per questo sarebbe necessaria una squadra di tecnici ad hoc che intervenisse in situazioni di emergenza per effettuare delle verifiche ed eventualmente rimuovere il plantigrado.
Anche per M90 non si sa nulla. La Provincia autonoma di Trento ha spiegato che attraverso il radiocollare l’esemplare sarà monitorato ma su di esso non si conosce ancora nessuna novità. Come migliorare dunque la situazione? La soluzione, secondo l’OIPA, esiste già e consente di tutelare sia i mammiferi che gli automobilisti. In zone come Canada, California e India la conoscono molto bene.
Secondo l’OIPA in Trentino per preservare la salute degli orsi ed evitare gli incidenti su strada è necessario costruire dei corridoi riservati alla fauna selvatica. Questo consentirebbe ai mammiferi di muoversi in sicurezza nei loro boschi. Il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto ha ricordato come il presidente della Regione Fugatti abbia detto no a questa opzione che permetterebbe, invece, di creare delle “aree di connessione ecologica” per consentire agli animali di spostarsi in tranquillità “evitando l’isolamento delle popolazioni”.
Un modo per avere una convivenza più pacifica, per preservare la vita degli orsi che si trovano in Trentino e guardare la situazione da un punto di osservazione diverso, evitando di considerare questi animali solo come una minaccia e dunque da abbattere per diminuire il pericolo, con l’esigenza di “educare” la popolazione ad un migliore modo di vivere.