Inquinamento acustico: perché in città non si riesce a diminuire

Inquinamento acustico: in città i livelli sono sempre maggiori e combatterlo è sempre più difficile. Cosa sta accadendo

Inquinamento acustico difficile contenimento
Inquinamento acustico in città (Orizzontenergia.it)

Le città negli ultimi decenni hanno cambiato aspetto. Non solo sono sempre più veloci ed inquinate ma anche molto più rumorose. Ormai non si sente più il chiacchiericcio della gente o gli schiamazzi degli studenti che escono da scuola. C’è solo rumore, tanto rumore, quello dei mezzi pubblici che sfrecciano sull’asfalto o sulle rotaie e delle auto, tra clacson e fastidi vari.

Ecco che così l’inquinamento acustico è diventato al pari dell’inquinamento ambientale un grande e pesante problema da affrontare e risolvere, nonostante il nostro Paese sia stato all’avanguardia in questo quando nel 1995 si è dotato di una legge quadro che prevede che tutti i Comuni tricolori devono valutare qual è l’impatto acustico dei rumori ed effettuare continuamente dei controlli. Negli anni però qualcosa non ha funzionato e oggi contenere l’inquinamento acustico è sempre più difficile.

Inquinamento acustico: le città italiane a rischio

Inquinamento acustico problemi
Donna che cerca di proteggersi dall’inquinamento acustico (Orizzontenergia.it)

L’inquinamento acustico è spesso sottovalutato ma basta guardare i dati per comprendere come sia la secondo causa di decesso in Europa tra i fattori ambientali come si specifica anche sul Corriere della Sera. Lo puntualizza nei suoi report l’Organizzazione mondiale della sanità: sono 12 mila i morti prematuri ogni anno senza contare che le persone esposte in modo forte e cronico al rumore del traffico, nocivo per la salute, sono sempre di più e arrivano a quota 113 milioni.

In Italia, in riferimento ai dati dell’Istat, nel 2021 la città che ha superato i limiti acustici è stata Firenze, seguita da Napoli che ha totalizzato anche più esposti da parte dei cittadini insieme a Modena, Catania e Asti. Anche Milano, Lecce e Verona, secondo Amplifon, non se la passano bene rispetto ai rumori. Dati questi parziali in quanto circa il 40% dei Comuni italiani, nonostante la legge in vigore, non ha ancora il piano di classificazione acustica e a questo si aggiungono le falle dei risanamenti, pochissimi, pari quasi a zero.

Il tema è stato quasi del tutto ignorato negli ultimi anni dai governi e dalle amministrazioni locali e così anche la struttura tecnica è carente. L’occhio al rumore non è quasi mai contemplato e anche il Recovery fund e il Pnrr non ne hanno dato cenno. Anche a livello europeo le cose non vanno meglio. Per Bruxelles, infatti, inquinamento acustico, luminoso e ambientale sono legati tra di loro e sconfiggerne uno significa azzerare l’altro e dunque diventano uno conseguenza dell’altro.

Cosa si sta facendo nelle città italiane

In Italia qualcosa si sta muovendo per abbassare l’inquinamento acustico. Alcuni comuni, infatti, stanno mettendo in atto delle azioni che sono volte a ridare alla città il suo aspetto originario, dove a prevalere sono i suoi naturali e non i rumori. A Milano si sta provvedendo al rifacimento dell’armamento tranviario, per abbattere il rumore, si sta investendo su nuovi mezzi più silenziosi e l’inserimento delle Ztl notturne. Firenze ha puntato su un nuovo asfalto, quello a bassa emissione e Bologna sui giardini verticali penati appositamente per attutire il rumore, soprattutto degli aerei.

Gestione cookie