Alcuni pensano che la soluzione alla crisi energetica si trovi nel nucleare, ma è davvero possibile realizzarlo entro il 2030?
La questione del nucleare in Italia è aperta da decenni e molti governi hanno accarezzato la questione per anni senza mai giungere ad alcuna realizzazione concreta. L’attuale governo Meloni e, più nello specifico il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, è tornato alla carica, dichiarando che entro il 2032 (cioè nel giro di 9 anni) sarebbe possibile costruire una centrale nucleare di nuova generazione a Milano. Ma che significa nuova generazione? E siamo davvero sicuri che questo progetto possa realizzarsi nell’arco di soli 9 anni?
Per nuova generazione si fa riferimento ai reattori nucleari refrigerati a piombo liquido (LFR), che porterebbero a reattori di IV generazione, evoluzione di quelli di III, già evoluzione a loro volta di quelli di II, la maggioranza degli operanti attualmente. Stando a quanto affermato da Mariano Tarantino, responsabile di sicurezza e sostenibilità nucleare in seno all’accordo siglato con la startup newcleo, “non si sono evidenziati, in 20 anni di studi, scenari incidentali che determinino la famigerata fusione del nocciolo“. Vale a dire quel catastrofico evento che ha dato vita al disastro di Chernobyl.
Eppure ai reattori di quarta generazione sono connesse non poche problematiche, ad esempio il suo funzionamento a fissione (che non è quello della fusione), la produzione di scorie radioattive difficili da smaltire e da stoccare, i costi di costruzione elevatissimi e i lunghissimi tempi per la messa in funzione. Tutti elementi che, stando a quanto dichiarato da Salvini in occasione del convegno I-week nucleare, si può fare?, non sembrano essere una grossa preoccupazione per lui.
L’idea del ministro è infatti quella di costruire una centrale entro il 2032: l’area designata è quella di Milano e “se partiamo nel 2024, nel 2032 possiamo accendere il primo interruttore di una centrale nucleare“, ha dichiarato. Eppure delle criticità esistono e vanno sicuramente prese in considerazione. Innanzitutto bisogna pensare che l’area di Milano, altamente popolata, non potrebbe essere la giusta destinazione per un impianto nucleare.
Già nel luglio 2022 Salvini aveva avanzato questa ipotesi, scontrandosi con le amministrazioni locali e i residenti del quartiere Baggio di Milano. In molti avevano infatti dichiarato “pensa di costruirla davvero in mezzo alle case?“, ma la protesta non sembra aver fermato le prospettive del ministro leghista. Oltre a ciò si deve considerare che una centrale nucleare di quarta generazione non potrebbe essere costruita in soli 9 anni e che comporterebbe costi economici sempre crescenti e sicuramente difficili da sostenere.
Ma se le direttive europee impongono un drastico abbattimento delle emissioni entro il 2030, come si può conciliare la costruzione di una centrale di quarta generazione con le suddette direttive? Non da ultime ci sono da considerare le proteste di tutti coloro che si sono sempre dichiarati contrari al nucleare. In Italia sono stati 2 i referendum abrogativi sulla realizzazione del nucleare: uno nell’87 (un anno dopo il disastro di Chernobyl) e uno nel 2011.
Eppure Salvini, insieme al Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, non sembra curarsene. “Siamo impegnati sulla fusione nella sperimentazione con diversi accordi a livello internazionale e poniamo il massimo dell’attenzione alla fissione di quarta generazione, che significa anche la valutazione degli small reactor che nell’arco di dieci anni potranno essere un’opportunità per il Paese“, ha dichiarato Pichetto Fratin.
Gli esperti, però, sono terrorizzati da questa prospettiva: “è follia e mi indigna che si possano fare certe dichiarazioni, favorendo un affare (o degli affari) supposti o reali di coloro che contano di avere un ritorno immediato da investimenti tutti pubblici“, ha dichiarato Angelo Tartaglia, ingegnere nucleare e professore di fisica al Politecnico di Torino.