Tante persone possiedono, in giardino oppure all’interno di un’aiuola, delle tartarughe di terra: scopriamo cosa dice la legge a riguardo.
Avere un animale in casa comporta sempre una bella responsabilità. Gli animali, indipendentemente dalla specie, non sono giocattoli, e allora occorre curarli, rispettarli, e farli vivere nel migliore dei modi. Ci sono animali, però, di cui non si conoscono bene le leggi su come mantenerli, ed è il caso delle tartarughe di terra, che in tanti possiedono, ma che non sanno come ufficializzare la detenzione.
Esistono delle apposite leggi, in Italia, riguardanti la detenzione di queste splendidi animali. Possedere una tartaruga di terra è legale, così come alcune specie di tartarughe d’acqua, tuttavia, esistono delle regole che bisogna obbligatoriamente seguire, per non incorrere in sanzioni anche salate. Le testuggini, oggi, sono accompagnate da una precisa regolamentazione. Scopriamo cosa dice la legge a riguardo.
Se si possiede una tartaruga di terra bisogna avere una regolare certificazione, chiamata CITES, identificabile tramite microchip. La CITES fa parte della Convenzione di Washington, che regola il commercio delle specie selvatiche, sia di flora che di fauna, che sono a rischio estinzione. Questa Convenzione viene applicata in 183 nazioni. Anche le tartarughe rientrano tra le specie a rischio estinzione, perciò la loro detenzione deve essere certificata legalmente.
Il contrabbando e il bracconaggio di questi animali è punibile persino con l’arresto. Come ottenere la certificazione CITES? Bisogna registrare le tartarughe (così come ogni altro animale selvatico) che si possiedono presso il Registro Italiano Fauna Esotica (RIFE). Registrarsi è semplice, questo registro tiene traccia di tutti gli esemplari presenti sul territorio italiano, per monitorare l’intera popolazione.
Tra l’altro, come accennato, le tartarughe devono essere microchippate, per consentire l’identificazione a seguito di un’eventuale fuga o sparizione. Tra l’altro, lo spostamento di un esemplare da una parte all’altra, per qualsiasi motivazione, che può essere cambio di residenza o trasferimento temporaneo, deve essere comunicato alla Forestale tramite Modulo SCT4.
Ovviamente, catturare tartarughe in natura è vietato dalla legge, ma la cosa interessante da sapere è che, la maggior parte di coloro che possiedono tartarughe, ha trovato esemplari direttamente in casa, oppure lasciati in strada, in forte pericolo di essere investiti. Le testuggini più comuni in Italia fanno parte delle specie autoctone, le Testudo mediterranee, come la hermanni, la graeca o la marginata.
Certificare un esemplare tramite CITES significa dimostrare che l’animale sia cresciuto in cattività e che sia stato trovato per caso, o che sia stato regolarmente acquistato. La mancanza di tale certificato, per le autorità significa “bracconaggio”. La denuncia per il possesso di una tartaruga deve essere fatta entro 10 giorni dal primo contatto con l’animale. Così come deve essere dichiarato il decesso entro 10 giorni, tramite Modulo SCT5.
Morto l’esemplare, la Forestale viene a prelevare il corpo, poiché non è possibile tenerlo, salvo eccezioni. Una volta registrato e certificato l’esemplare, tramite numero di protocollo, il veterinario si occuperà di inserire il microchip nella zampa posteriore. Prima di prendere e di tenere una tartaruga, occorre informarsi bene.
Se l’animale si acquista, bisogna farsi consegnare anche la certificazione CITES, e assicurarsi che sia dotato già di microchip. Una volta in possesso dell’animale, occorre trattarlo al meglio, costruendo un buon terrario spazioso, fornire la giusta alimentazione, e stare attenti a eventuali piante che potrebbero essere tossiche per questi meravigliosi animali.