Una casa green rivoluzionaria che potrebbe innescare una svolta significativa nel settore della bioarchitettura: vediamo insieme di cosa si tratta
In un periodo storico, in cui la parola d’ordine è la riduzione delle emissioni di CO2, a favore di una produzione di energia pulita attraverso le energie rinnovabili, andando ad abbandonare progressivamente i combustibili fossili, si inseriscono a pieno titolo iniziative e innovazioni che vadano in questa direzione. Coinvolti tutti i settori economici che, ognuno nelle sue peculiarità, ottempera strategie e investimenti che puntano sulla sostenibilità nella sfera di competenza. Nessuno si può esimere dall’ attuare un cambio di rotta epocale che individui le necessarie implementazioni che possano portare al raggiungimento degli obbiettivi green prefissati, tra i quali la Carbon Neutrality e il Net-zero.
Il contrasto al riscaldamento globale, alla crisi climatica e a tutte le problematiche relative e conseguenti, che vanno ad impattare proprio sull’ambiente, è necessario un cambio di passo che determini un reale impegno a 360 gradi che vada in questa direzione, in tutti i settori economici. Veicolare il green ad ogni livello è prioritario per gli ambiziosi obbiettivi che il mondo si è dato, nella piena consapevolezza di dover invertire il trend negativo che ci ha accompagnato in questi anni. Mobilità, trasporti, industrie ed edilizia si stanno adeguando ai nuovi modelli sostenibili con più di un intervento che inquadri le dinamiche necessarie.
La bioarchitettura
Tra i settori maggiormente coinvolti nella green escalation troviamo l‘edilizia, che sta passando da una visione tradizionale ad una più innovativa e aderente alla realtà che ha nella bioarchitettura la sua massima espressione. Il passaggio ha visto sempre più l‘utilizzo di materiali biologici a impatto zero che mantengano performance elitarie e competitive. La nuova frontiera del settore delle costruzioni si avvale di tutte le tecnologie che sfruttano le energie rinnovabili e tecniche costruttive di ultima generazione.
La bioedilizia e la bioarchitettura si collocano in primo piano nella ricerca e nello sviluppo del minor impatto ambientale, seguendo i dettami ecologici e perseguendo interventi e progetti finalizzati al recupero e al riutilizzo. La ricerca si esprime anche attraverso l’utilizzo di materiali innovativi che rientrino nelle linee guida di soluzioni sostenibili, nel rispetto dell’ambiente, con l’obbiettivo di ridurre i consumi energetici delle abitazioni e le emissioni di CO2 derivanti. Infatti sono proprio gli edifici e l’industria delle costruzioni a cubare circa il 37% delle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera terrestre, mentre i consumi energetici si attestano sul 34% della domanda di energia globale.
La casa che “respira”
Il panorama del settore si arricchisce di nuove ed interessanti proposte innovative che abbracciano in tal senso le direttive che emergono da tutte queste considerazioni e le startup sono in fermento creativo. Ultima in ordine temporale è l’idea che proviene dalla Partanna Global, società hi-tech, concentrata sulle problematiche dell’inquinamento ambientale. Suo il progetto, per ora pilota, di realizzare edifici a emissioni zero, in pratica “case carbon negative”. L’obbiettivo ambizioso si basa sull’utilizzo di materiali ecologici che vadano a sostituire completamente quelli tradizionali.
Via libera dunque a miscele con ingredienti naturali e riciclati da utilizzare in sostituzione del più tradizionale cemento. Il composto si completa con una soluzione desalinizzata che agisce consumando di fatto CO2, mentre polimerizza. Una casa che respira, quindi, e che sottrae CO2 dall’atmosfera, è la strabiliante novità allo studio, che promette molte applicazioni nel settore a tutti i livelli. Se poi la struttura edilizia viene dotata di impianti sostenibili che producono energia pulita per il fabbisogno energetico dell’unità abitativa, si arriverebbe all’optimum edilizio, con case che non solo abbatterebbero consumi ed emissioni nocive, ma contribuirebbero ad eliminarle dall’atmosfera e a contrastare il trend di impatto negativo che gli edifici hanno nelle emissioni di CO2, come ci spiega La Stampa. Da tenere sotto controllo gli sviluppi di questa idea green basata sui prodotti di scarto di acciaieria e desalinizzazione che potrebbe delineare un nuovo futuro nella bioedilizia.