L’ora solare ritorna in vigore tra qualche settimana: perché esiste il doppio regime e su cosa discutono i Paesi europei
Nella notte tra sabato 28 e domenica 29 ottobre 2023 torna l’ora solare. Alle ore 3.00 le lancette saranno spostate indietro di un’ora. Ciò significa che dormiremo un’ora in più ma che farà buio prima, con effetti sul sonno e l’umore. L’ora solare resterà in vigore fino alla notte tra il 30 e 31 marzo 2024 (a Pasqua), quando tornerà l’ora legale. Questo sistema alternato è ormai in vigore dagli anni Sessanta ma è in discussione ora che stiamo affrontando una grave crisi energetica: è il caso di avere un’ora di luce in meno?
Ora solare ed ora legale, le origini e le discussioni
Proviamo a capirne di po’ di più. L’orario “naturale” è quello solare che ora tornerà in vigore. Come dice il nome stesso, segue l’apparente movimento del sole. Ovviamente il punto più alto “raggiunto” dal sole, ossia mezzogiorno, non è uguale in tutti i territori e dunque varia in base alla longitudine.
La creazione di un doppio orario è dovuta alla necessità di sfruttare le ore di luce per fini produttivi. La questione è pertanto economica. La proposta fu fatta da Benjamin Franklin, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d’America e scienziato. Nel suo saggio Un progetto economico per diminuire il costo della luce del 1784, quando aveva da poco terminato il suo mandato di ambasciatore in Francia, provocatoriamente propose ai parigini di alzarsi prima la mattina e di sfruttare la luce del sole per risparmiare sul costo delle candele. La sua proposta però cadde nel vuoto.
Se ne riparlò nel 1906 con William Willet, inglese, che propose il cambio orario alla Camera dei Comuni britannica. L’alternanza autunno-inverno con un orario e primavera-estate con un altro fu attuato in Inghilterra e nel resto d’Europa dal 1916, nel pieno del primo conflitto mondiale quando l’economia di guerra impone dei risparmi. Il sistema, però, non fu mantenuto in modo continuo. I due orari sono stati adottati in modo fisso dal 1966.
I diversi pareri in seno all’Ue
Con l’ora solare in Italia il sole tramonta abbastanza “presto” soprattutto al Sud, anche se il concetto di presto o tardi ovviamente è relativo. Solitamente nelle regioni meridionali prima delle 17.00 circa è già buio. È quindi lecito chiedersi: poiché bisogna risparmiare vista la crisi energetica, perché non mantenere sempre l’ora legale?
In alcuni Paesi c’è un solo orario per tutto il periodo dell’anno ma ciò può creare dei problemi contrari, ossia che il sole sorgerebbe troppo tardi e quando cominciano molte attività, tra le 7.00 e le 8.00, sarebbe ancora buio, sempre in relazione alla longitudine.
Si dovrebbe quindi, ad esempio, cambiare gli orari d’ingresso a scuola, nelle fabbriche e negli uffici, avendo comunque uno scompenso con altri territori. Dovremmo regolare le nostre abitudini in base all’orario, più di quanto facciamo oggi. Per tale motivo l’Europa non riesce a trovare un accordo perché gli Stati del Sud e quelli del Nord hanno esigenze diverse.
Nel 2019 il Parlamento europeo aveva votato per l’abolizione del doppio regime e per il mantenimento della sola ora legale. Nel febbraio 2023, però, la Commissione ha adottato una linea attendista e che gli Stati membri trovino l’accordo su un tema che è ancora divisivo.