Non ci sono buone notizie per Roma, che nell’ultima classifica stilata da Legambiente è scena di posizione rispetto a un’importante questione.
Come ogni anno Legambiente ha stilato il suo rapporto relativo alle performance ambientali delle maggiori città italiane. Distribuendo 30mila questionari in tutta Italia, sono stati indagati 105 capoluoghi in merito alle più svariate questioni. Smog, raccolta dei rifiuti, sviluppo delle energie rinnovabili, costruzione di aree pedonali o consumi idrici sono solo alcuni dei 19 punti presi in considerazione.
A tali indicatori di performance è poi stato attribuito un valore compreso tra 1 e 100 e dalla media della comparazione dei 19 punti è stato assegnato un punteggio complessivo alla città di riferimento. Nella maggior parte dei casi ci si è attestati su punteggi medi di 56,4, in altri, invece, i valori hanno stupito negativamente. Ad esempio a Roma, che ha registrato un valore medio di 44,5 punti, in calo rispetto allo scorso anno.
La capitale, infatti, sembrerebbe essere un posto invivibile a causa di numerosi fattori, primo tra tutti lo smog. E rispetto allo scorso anno le cose sono anche peggiorate, tanto che la città si è fermata in 89sima posizione, in discesa rispetto al 2022. Ma come mai? Le criticità principali sono da riscontrare nell’inquinamento atmosferico, dovuto alla presenza di troppe auto, e nella produzione e gestione dei rifiuti.
Le concentrazioni di gas quali ozono, biossido di azoto e particolato sottile, in particolare, hanno preoccupato le autorità ambientali, da cui sono giunte dichiarazioni che non lasciano spazi a dubbi. “Dopo aver appreso di presunte intenzioni di smantellamento del piano della qualità dell’aria, che sarebbe generato da un qualche miglioramento nei parametri dello smog. Non c’è nessun miglioramento, soprattutto di fronte a limiti europei e dell’OMS che saranno molto più stringenti“, hanno affermato da Legambiente.
Ma come si possono invertire questi trend negativi? Bisogna agire da più fronti, ad esempio migliorando la raccolta differenziata porta a porta. La viabilità va approcciata secondo un’ottica di mobilità green, incentivando le linee di trasporti pubblici, ad esempio allungando le tratte della metropolitana o dei tram. Ma il percorso è lungo e tortuoso e le politiche volte a rendere Roma una città a impatto zero entro il 2030 stentano a decollare.
Al fianco dei dati negativi anche quelli positivi: in alcune città il tasso di pedonalizzazione è in crescita. A Milano, ad esempio, si trova una media di 5 metri quadri di piste ciclabili per ogni abitante, mentre a Cosenza questo valore sale addirittura a 30 metri quadri. Tale parametro, oltre che alla quantità di veicoli con motori termici in circolazione, è connesso anche a un’altra questione: quella dell’incidentalità stradale.
Anche in questo settore i dati relativi alla Capitale non sono buoni: rispetto allo scorso anno è stato registrato un aumento degli incidenti del 6%. A Milano, invece, una diminuzione del 5%, a Torino – 4% e a Napoli, addirittura, un – 10%.