Cappotto, termointonaco quale fa al caso vostro? Vediamo insieme le specifiche e le differenze dei due tipi di interventi in modo da poter scegliere in modo consapevole
La transizione energetica, che si sta attuando in tutto il mondo per contrastare le conseguenze derivanti dall’inquinamento atmosferico, prevede una serie di strategie e interventi volti a veicolare tutti i settori economici verso una produzione energetica green. La riduzione delle emissioni di CO2 è prioritaria per contenere il rilascio di sostanze nocive nell’atmosfera e rallentare il riscaldamento globale. Per raggiungere questi ambiziosi obbiettivi si rende necessario passare alle energie rinnovabili andando a sostituire progressivamente lo sfruttamento di combustibili fossili. In questo senso Sole, vento e acqua diventano i protagonisti assoluti del cambiamento auspicato a tutela dell’ambiente.
Tutti i settori vengono coinvolti nella svolta green attraverso una significativa nuova impostazione dei modelli economici che guardano al riciclo e al riutilizzo, alla produzione di energia pulita e in generale alla sostenibilità a 360 gradi. Trasporti, industria ed edilizia sono gli ambiti dove la tecnologia e la ricerca riescono a implementare le direttive ecologiche, impostando nuove linee guida a supporto della transizione. Fattivamente stiamo assistendo al passaggio dalla produzione di energia elettrica tradizionale a quella sostenibile, con una drastica riduzione di tutti i consumi energetici che fanno parte del problema. Da qui l’attenzione a costruire per esempio edifici green, a emissioni zero, a basso consumo, totalmente sostenibili.
Dai dati che emergono dagli studi di settore il settore edilizio è responsabile di circa il 40% del consumo energetico globale e del 39% delle emissioni nocive nell’atmosfera, come fotografa Ansa.it. Quest’ultimo dato è in realtà formato da due sotto misurazioni che si compongono di un 28% dato dal funzionamento e un 11% dai materiali e dalle tecniche di costruzione. Quindi per contrastare la situazione bisogna intervenire su entrambi i fronti. Da un lato contenere i consumi energetici attraverso lo sfruttamento delle fonti rinnovabili e dall’altro realizzare nuovi processi costruttivi utilizzando in primis materiali ecologici che invertano la tendenza negativa e riducano l’impatto ambientale.
La stessa Europa sta lavorando per redigere nuove norme specifiche che vadano verso l’adeguamento dell’efficientamento energetico, relativamente al patrimonio immobiliare, proprio attraverso la Direttiva “Case Green”. Ristrutturare le case esistenti tenendo conto delle prestazioni energetiche sostenibili e costruire quelle nuove basandosi su di esse. Il cambio di prospettiva si registra anche a livello impiantistico con le nuove installazioni di fotovoltaici, eolici e idroelettrici, al fine di rendere meno impattanti i funzionamenti degli edifici per quanto riguarda il fabbisogno energetico a livello di riscaldamento e di raffrescamento.
L‘efficientamento energetico di un edificio e le sue prestazioni dipendono per una grande percentuale dal tipo di isolamento termico presente, sia internamente che esternamente rispetto all’involucro. Uno dei cardini di una corretta efficienza termica è proprio il contenimento della dispersione di calore o di fresco all’interno degli ambienti. Non basta quindi dotare gli edifici di impianti green che producano energia elettrica pulita, ma è necessario coibentare perfettamente l’immobile.
Gli interventi possibili che determinano un corretto isolamento termico sono riferibili alle tipologie di infissi, ma anche ai diversi sistemi isolanti. Tra questi ne emergono due in particolare che possono essere utilizzati tra i quali scegliere: il cappotto termico e il termointonaco. Il primo è più noto, grazie al recente Superbonus 110% che ha portato alla ribalta proprio la possibilità di dotare gli immobili di un isolamento termico grazie all’applicazione di pannelli isolanti che possono essere installati sia all’interno che all’esterno dell’edificio e che garantiranno una corretta coibentazione dell’immobile. Viceversa il termointonaco è un composto di materiali naturali e biologici come l’argilla, il sughero, la perlite espansa e la calce idraulica, molto utilizzato nella bioedilizia come alternativa sostenibile.
Spessore: i pannelli del cappotto termico sono in genere di circa 10 cm, mentre lo spessore raggiunto dallo strato applicabile di termointonaco va dai 3 agli 8 cm e può essere congeniali per spazi ristretti. L’installazione: quella del cappotto è più complessa ed articolata, e se non eseguita con perizia può comportare notevoli disagi, mentre il termointonaco viene applicato sulle pareti in modo semplice e rapido e si può applicare su qualsiasi tipologia di superficie. I costi: quelli relativi al termointonaco sono inferiori al cappotto sia in termini di materiali, che di costi di posa. Performance resa isolante: il cappotto termico presenta di gran lunga le migliori performance dal punto di vista della resa isolante, ma non è indicato per gli spazi stretti. La valutazione di un tecnico specializzato potrà stabilire quale scelta effettuare in base alla tipologia di immobile da coibentare. Affidarsi sempre a professionisti specializzati.