La povertà energetica è in continuo aumento, scatenata da diversi fattori, questa coinvolge oltre 57 milioni di famiglie nel mondo.
La povertà energetica è un problema molto serio e che non accenna ad arrestarsi, scatenato da diversi fattori. Il primo fra tutti, i cambiamenti climatici, che mettono in difficoltà i Governi di tutto il pianeta, alla costante ricerca di fonti energetiche sempre più esauste e rare. In secondo luogo, i conflitti geopolitici, con le guerre che bloccano il commercio di tanti prodotti e fanno saltare accordi per gli approvvigionamenti.
Tutto ciò si riflette sui costi dell’energia, sempre più alti, sempre meno sostenibili, anche per i ceti medi. L’impoverimento sociale determina anche una povertà energetica, perché acuisce questo fenomeno, ma si tratta di una sfida che i vari paesi del mondo devono obbligatoriamente affrontare. La Comunità Europea si interroga da anni sulla questione, ma ancora non riesce a trovare risposte concrete.
Le conseguenze della povertà energetica nel mondo e le soluzioni da adottare in breve tempo
Le soluzioni ci sono, ossia la transizione energetica, l’attuazione delle politiche Green, il riciclo delle fonti, ma il percorso è lungo e minato, a cominciare dagli approvvigionamenti esteri, come ad esempio gas e carburante, bloccati dalle guerre. Naturalmente, questa condizione ha degli effetti negativi su tutti noi, su tutta la società. Li vediamo e li subiamo quotidianamente, con l’aumento di tutte le materie prime.
I servizi primari subiscono un impoverimento generale, abbassando notevolmente gli standard di vita. Riscaldamento, gas, climatizzazione, illuminazione, tutto è aumentato, aggravando le condizioni economiche delle famiglie. Nel paesi in via di sviluppo, questo è un problema ancora maggiore, dove, secondo le stime, sarebbero oltre 800 milioni di cittadini che vivono senza corrente elettrica.
In questi casi, mancano proprio le basi per uno sviluppo concreto, a causa di redditi bassi, di inefficienza energetica e di spesa elevata. Ma la povertà energetica pesa anche sulle società ricche. Anche in Europa, dove lo standard di vita è il più elevato sul pianeta, la povertà energetica inizia a farsi sentire, e anche in maniera pesante. Tra l’altro, questa ha un riscontro negativo anche sulla salute. Le persone che vivono questa situazione sono a maggiore rischio di malattie respiratorie e malattie mentali.
Come combattere la povertà energetica in Europa
Purtroppo, questo fenomeno si sta estendendo sempre di più in Europa. Combatterlo è diventato una priorità assoluta in tutta la UE, tanto che nel 2018 la Commissione Europea ha approvato il piano “Energia pulita per tutti i cittadini europei”, tramite l’Osservatorio della povertà energetica, al fine di valutare i rischi concreti, diffondendo conoscenze e informando tutti sulla questione. Un decimo della popolazione europea versa in condizione di povertà energetica.
Sarebbero 57 milioni le famiglie che non riescono, ad esempio, a riscaldare bene le proprie abitazioni durante l’inverno, mentre oltre 100 milioni non riescono a raffreddare la casa in estate, bollendo all’interno. E ancora, sono 52 milioni le famiglie che riescono a fatica a pagare le bollette dell’energia. Si tratta del 10% della popolazione europea, una percentuale sempre più elevata.
L’ONU sta lavorando per combattere la povertà energetica, presentando una serie di soluzioni da attuare entro il 2030. Tra le misure previste ci sono i sostegni alle famiglie in difficoltà, opere per il potenziamento del rendimento energetico nel campo dell’edilizia, interventi di efficientamento delle case e il piano “Renovation Wave”, per fornire maggiore sicurezza energetica e ridurre le bollette grazie a soluzioni Green e innovative da applicare alle abitazioni, incentivando la bioedilizia.