La vitamina D assolve a numerose funzioni, contribuendo a mantenere l’organismo in equilibrio: cosa succede quando ve ne è carenza?
Quando si parla di vitamine si fa riferimento a nutrienti essenziali di cui il corpo necessita ma che, in molti casi, non è in grado di produrre autonomamente. Per queste ragioni le vitamine vanno introdotte tramite l’alimentazione, facendo ricorso a integratori specifici oppure compiendo precise azioni che possano coadiuvarne la sintesi. Quest’ultimo caso, in particolare, è quello della vitamina D, la cui sintesi può dipendere dall’esposizione ai raggi solari.
Ma andiamo con ordine e chiediamoci innanzitutto: a cosa serve la vitamina D? E che cosa potrebbe capitare nel caso ce ne fosse carenza? Essa assolve a numerose funzioni biologiche, ad esempio coadiuva l’omeostasi, il metabolismo di calcio, fosfato e magnesio, promuove la crescita cellulare e svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento delle funzioni neurologiche e immunitarie.
Vitamina D: omeostasi e salute dell’organismo
Con il termine omeostasi si fa riferimento alla capacità degli organismi di mantenere un equilibrio interno a prescindere dalle modifiche subite dall’ambiente esterno. Prendiamo ad esempio la temperatura corporea, che deve rimanere attorno ai 36,5 gradi, oppure i livelli di pH del sangue o quelli di glicemia. L’alterazione di questi fattori può portare a gravi conseguenze, ma le nostre funzioni biologiche contribuiscono a evitare tali rischi. La sintesi di vitamina D è dunque uno dei modi per mantenere in equilibrio l’organismo. La vitamina D ha inoltre un ruolo fondamentale nello sviluppo dello scheletro e nel mantenerlo in salute, tanto che una sua carenza può portare a osteoporosi, rachitismo o osteomalacia.
Per questa ragione viene spesso prescritta agli anziani, in cui la concentrazione di calcio nelle ossa è molto bassa. A partire dai 40 anni, infatti, le ossa tendono a perdere più calcio di quanto non riescano a fissarne, andando dunque a indebolirsi. La vitamina D svolge inoltre funzioni importanti a livello neurologico e immunitario: coadiuva le funzioni neuromuscolari e aiuta a ridurre gli stati infiammatori. Incentivando la sintesi di magnesio a livello intestinale, inoltre, agisce mantenendo in salute il sistema nervoso. Per tutte le ragioni sopra elencate sottovalutare una carenza di vitamina D sarebbe sbagliato. Fortunatamente esistono varie soluzioni!
Come assumere la vitamina D in caso di carenza
Sebbene siano pochi gli alimenti che la contengono, essa può essere assunta tramite l’alimentazione. La troviamo ad esempio nel tuorlo d’uovo, nel fegato, nel pesce e, prevedibilmente, nell’olio di fegato di merluzzo. Esistono poi integratori alimentari da assumere in caso di carenze: spesso se ne trovano di formulati sia con vitamina D che omega 3, acidi grassi essenziali che contribuiscono alla salute cardiovascolare. Infine bisogna considerare un fattore importantissimo: la vitamina D può essere sintetizzata dal nostro organismo tramite l’esposizione ai raggi solari.
Molti mammiferi, in effetti, hanno la capacità di produrre vitamina D a partire dal colesterolo della pelle. Per questa ragione la D non può essere considerata propriamente un nutriente essenziale, cioè non prodotto dal corpo e da assumere solo tramite integrazione esterna. Durante i mesi estivi il nostro corpo riesce a immagazzinarne parecchia, ma durante l’inverno i suoi livelli diminuiscono. Per questo è sempre importante effettuare analisi del sangue e rivolgersi a un medico in caso di carenza di vitamina D.