Un futuro sostenibile non passa dai biocombustibili, le ultime scoperte hanno rivelato un qualcosa di mai immaginato prima
Nonostante il caldo abbraccio dell’estate si sia prolungato a lungo sulla nostra penisola, ormai siamo vicini al momento in cui i riscaldamenti torneranno accesi ed in Italia la percentuale di caminetti e stufe a legna o pellet presenti sul territorio è davvero considerevole.
Il fascino di un caminetto acceso in una giornata fredda non è forse eguagliabile in nessun modo, una questione non solo di calore ma anche un gioco di luci in grado di creare un’atmosfera quasi magica.
Nonostante la bellezza di tutto ciò, ancor più valida visto il risparmio che utilizzare questo sistema di riscaldamento può significare, esiste un lato oscuro del caminetto che in pochi conoscono, soprattutto perché venuto fuori da ricerche piuttosto recenti. In un era in cui la ricerca della sostenibilità è un argomento sempre più predominante, infatti, l’utilizzo di combustibile derivato dalla legna, fin ora considerato poco impattante sul pianeta, si è rivelato invece essere pericolosissimo.
Bruciare la legna inquina più che bruciare diesel, l’ultima rivelazione scientifica è agghiacciante!
E pensare che sono in molti che in questi anni sono tornati al passato, sposando dove possibile il riscaldamento per via di un caminetto, magari proprio per sentirsi più vicini all’ambiente e sposare principi di sostenibilità che questo tipo di soluzione sembrava promuovere. Le ultime ricerche, invece, hanno del tutto ribaltato questa concezione, dimostrando le pericolosità derivate dalla combustione della legna.
Il “basso impatto ambientale” dei combustibili bio come la legna è stato promosso non tanto per la bassa pericolosità delle emissioni, tanto quanto per il fatto che venga riciclato un materiale di rifiuto, come ad esempio accade nel caso del pellet. Da analisi recenti è però emerso come stufe e camini siano da soli, almeno nelle città urbane, i responsabili di quasi la metà dell’esposizione delle persone a sostanze chimiche cancerogene, uno studio pubblicato sulla rivista “Journal Atmospheric Chemistry and Physis“.
Inquinamento alle stelle lo dimostra lo studio
In questo nuovo studio condotto è venuto fuori che la combustione del legno produrrebbe addirittura più particelle dannose rispetto a quella della combustione del diesel o della benzina. L’analisi è stata fatta nella città di Atene, ma la situazione è analoga in moltissime città europee tanto che in alcune città italiane non sarà permesso accenderli se non dopo una determinata data e gli effetti sulla salute non sarebbero dunque da sottovalutare.
Secondo gli scienziati a capo dello studio è impossibile rimanere impassibili davanti questa situazione, ogni stufa o caminetto dovrebbe essere venduto allertando l’utente sui rischi, visto che anche l’inquinamento in casa risulta parecchio superiore per chi utilizza questi sistemi. Tra i disturbi maggiormente associati al respiro del fumo di legna c’è lo stress ossidativo, in grado di favorire l’insorgere di infatti e ictus, nonché invecchiamento precoce e addirittura diabete.
A far scaturire queste problematiche, oltre che favorire l’insorgere del cancro, sarebbero le particelle di Benzopirene emesse dalla combustione, particelle in grado di favorire l’infiammazione nel nostro corpo e con essa i disturbi che abbiamo nominato. Nel complesso, dunque, bruciare legna non sembra affatto sostenibile e non solo, questa pratica potrebbe nuocere gravemente alla nostra salute, motivo per cui, qualora stessimo pensando di istallare un caldo e appagante caminetto, faremmo bene a pensarci prima, perché magari sono altre le soluzioni che ci permetteranno di proiettarci davvero in un futuro green, utile sia a noi che al nostro pianeta.