Cosa possiamo fare quando pensiamo che le piante siano morte: i rimedi alla necrosi e i sintomi comuni della malattia.
I sintomi delle piante malate sono la perfetta rappresentazione delle reazioni esterne ed interne delle stesse all’aggressione di agenti patogeni: in sostanza, tali sintomi possono variare notevolmente e spesso sono associati a diversi fattori. Ma come fare a riconoscerli e soprattutto si può “recuperare” la necrosi di una pianta? Cercheremo di rispondere a tutte queste domande.
Alcuni sintomi comuni includono macchie sulle foglie oppure la cosiddetta peronospora che causa ingiallimento, imbrunimento e collasso delle parti della pianta; c’è poi la clorosi, che invece è causa di ingiallimento di foglie e steli. Va distinta dalla necrosi, che invece è indicativa della morte delle cellule vegetali della pianta stessa. Ma di sintomi ve ne sono anche altri.
Ad esempio, si parla di appassimento dovuto alla mancanza d’acqua, distorsione di foglie e steli, poi ancora di marciume che causa decomposizione del tessuto vegetale, deperimento che porta alla morte delle punte di foglie e germogli e infine di scopazzo. Con quest’ultima malattia si intende un particolare ammasso di rametti, che si può notare su alcune piante.
Con l’espressione necrosi delle piante, vogliamo indicare in particolare la morte delle cellule, parti di tessuto o organi nelle piante, che è legata a diverse influenze dannose. Tra queste, ne annoveriamo qualcuna come la mancanza di nutrienti e ossigeno, oppure la presenza di tossine e ancora un eccessivo contenuto di sale nel suolo, lo stress idrico e perfino principi di radioattività, che noi non conosciamo.
Questo fenomeno si osserva in diverse malattie delle piante, che sono causate da diversi agenti: tra questi, batteri, virus o funghi. Si manifesta in particolare come una colorazione gialla, rossa o nero-marrone delle foglie, che fa seguito alla comparsa di macchie necrotiche scure sulle foglie. I casi più noti di necrosi delle piante e anche i più frequenti sono quelli che riguardano le viti.
La necrosi, dunque, è limitata a una parte della pianta, che non i dovuti accorgimenti si può fare riprendere, mentre con apoplessia si intende la morte totale della pianta. Questo termine, derivato dal greco e che vuol dire “colpo”, è utilizzato per descrivere eventi improvvisi con una perdita di coscienza o una paralisi parziale. Con apoplessia, si intende genericamente la forma acuta della malattia dell’Esca.
In realtà, siamo di fronte a un’altra patologia delle piante e in generale l’apoplessia è l’effetto estremo di diverse malattie in particolare della vita. Le cause dell’apoplessia sono comunque simili a quelle della necrosi, ovvero stress idrico, grave carenza di nutrienti, danni da gelo e malattie fungine o del legno.
Ci sono dei rimedi davvero miracolosi con cui poter far riprendere una pianta: uno di questi prevede la preparazione di una miscela a base di ingredienti casalinghi, che comprendono un bicchiere di plastica o cartone, latte, curcuma, una bustina di tè alla menta e tre spicchi di aglio. Il risultato finale è un infuso, che però non deve essere proposto sistematicamente, ma solo in maniera occasionale.
Un altro rimedio davvero miracoloso è riservato invece a una pianta che non è semplice da far restare in vita, ma che con i dovuti accorgimenti farà “resuscitare” anche quelle morte. Stiamo parlando di un infuso che riporterà in vita anche le orchidee. Spesso si ritengono infine un toccasana i fondi di caffè, ma da questo punto di vista ci sono diversi miti da sfatare.