Negli ultimi anni, l’avocado è diventato uno dei frutti tropicali più popolari e versatile in cucina, presente in vari piatti: ma può diventare tossico.
- Come conservare in maniera corretta l’avocado
- Quando l’avocado diventa tossico
- Rischi per gli animali
Ormai è presente ovunque, dalla tradizionale insalata al sushi: stiamo parlando dell’avocado, frutto esotico, ma dal gusto delizioso, che è anche considerato un alimento salutare grazie alla sua ricchezza di vitamine, proteine e fibre. Quello che però non tutti sanno è che si tratta di un alimento che può anche diventare tossico, se non conservato correttamente.
Come conservare in maniera corretta l’avocado
Se abbiamo tagliato e consumato solo parzialmente l’avocado, abbiamo paura che si rovini e che appunto possa diventare tossico. Ci sono dunque alcune indicazioni da seguire, per conservarlo correttamente evitando pericoli alimentari. Il più comune è quello di spennellare la superficie con succo di limone per evitare che diventi nero: in questo modo, possiamo tenerlo qualche giorno in frigo.
Può durare 2-3 giorni in frigo, subito dopo l’apertura, anche spalmando un po’ d’olio sulla parte interna e sulla superficie. Addirittura, c’è un metodo per conservare fino a un mese l’avocado aperto, sebbene è necessario metterlo in freezer. In questo ultimo caso, dobbiamo estrarre la polpa dell’avocado, mescolarla con succo di limone e metterla in uno stampo per cubetti, prima appunto di riporla in congelatore.
L’avocado diventa tossico: quando avviene e cosa si rischia
Come già accennato, l’avocado è un frutto ricco di proprietà benefiche per l’organismo, grazie alla sua ricchezza di fibre e alla presenza di importanti sostanze nutritive. Ma dobbiamo assolutamente prestare attenzione alla sua corretta conservazione una volta tagliato. Questo alimento può diventare tossico e causare nausea e febbre. Ciò avviene in quanto l’avocado sviluppa una tossina chiamata persina.
Tra i sistemi di conservazione errati di questo frutto, c’è quella di immergere l’avocado tagliato completamente in acqua. In questo modo, si favorisce la proliferazione di agenti patogeni presenti nella buccia. Il rischio di intossicazioni e simili problemi di salute è così dietro l’angolo. Possiamo andare incontro a nausea, febbre o problemi digestivi e gastrointestinali.
I rischi per i nostri amici animali: cani, gatti e non solo
La persina è particolarmente rischiosa per i nostri amici animali: mentre cani e gatti raramente subiscono gli effetti della tossina presente nell’avocado, per altri animali, anche di grossa taglia, questa è addirittura letale. L’avvelenamento da avocado può essere fatale per gli uccelli, ma anche per grossi animali da allevamento: la persina può uccidere mucche, capre e pecore.
Canarini, parrocchetti, calopsite e grandi pappagalli, ovvero tutta una serie di uccelli che solitamente teniamo in casa come compagnia, sono estremamente sensibili alla tossica presente nell’avocado, che per loro diventa un frutto assolutamente proibito. Tra i sintomi dell’avvelenamento, ci sono difficoltà respiratorie, incapacità di posarsi, accumulo di liquidi attorno al cuore e ai polmoni, insufficienza epatica e renale. La mortalità è alta.
Per quanto riguarda ruminanti come mucche e cavalli, la persina rischia di provocare mastite, gonfiore nella bocca, testa, collo o torace e danni cardiaci. Se cani e gatti sembrano esenti dall’avvelenamento da persina, rischiano comunque l’ostruzione del tratto gastrointestinale se ingeriscono parti o interi semi di avocado. Questo provoca blocchi nell’esofago, stomaco o intestino.