Il detto “in bocca al lupo” ha un’origine incerta, ma si ipotizza che derivi da un antico augurio venatorio: ma sappiamo come rispondere?
Le origini del della locuzione “in bocca al lupo” sono antiche: si narra che i cacciatori dei secoli passati usassero questa frase per augurare fortuna ai loro colleghi mentre si avventuravano nei boschi per cacciare, potenzialmente rischiando incontri pericolosi con lupi affamati. Quindi, l’espressione era una sorta di monito, equivalente a dire “fai attenzione!”.
Come si risponde ad un in bocca al lupo
La risposta tradizionale a questo augurio era “crepi il lupo”, ossia il desiderio che il lupo morisse in caso di scontro: originariamente, dunque, l’intento della frase era di allontanare il pericolo e superare la paura. Nel corso del tempo, sono sorte altre ipotesi sull’origine di questo detto popolare e comunque il lupo è sempre stato visto come un pericolo per chi viveva nei boschi.
Questi infatti attaccava il bestiame e anche gli esseri umani, agendo silenziosamente tra la vegetazione densa, suscitando paura in tutti. Fin dall’antica Grecia, autori come Esopo e Fedro dipingevano i lupi come animali spietati, assetati di sangue, alimentando così l’immaginazione delle persone. Anche fiabe come quella di Cappuccetto Rosso e dei Tre Porcellini hanno contribuito a questa percezione negativa.
Insomma, il lupo è sempre stato dipinto come un predatore astuto e spaventoso, quindi dare l’in bocca al lupo era una sorta di monito più che di augurio, da qui la replica è sempre stata quella di augurarsi che appunto l’animale potesse morire.
Le rappresentazioni negative del lupo, inoltre, hanno dato vita a proverbi come “avere una fame da lupi” per indicare una fame vorace o “c’è un tempo da lupi” per descrivere condizioni climatiche estreme. Insomma, il significato di questa espressione augurale si può prestare a molteplici interpretazioni: sta a noi rispondere come meglio crediamo, ma è altamente sconsigliato un “grazie”.
Perché si dice in bocca al lupo e si risponde Viva il lupo invece che Crepi o Grazie
Quello che non tutti sanno è che accanto alla risposta tradizionale dei cacciatori (“crepi il lupo”), esiste una leggenda alternativa che suggerisce una risposta più positiva e che negli ultimi anni sta riemergendo. Sarebbe infatti il caso di replicare con un più augurale “Viva il lupo”. Questa risposta è legata alla leggenda della fondazione di Roma, dove una lupa salvò e allevò Romolo e Remo sulle rive del fiume Tevere.
Grazie all’amore della lupa, Romolo fondò la città di Roma, e il lupo divenne un simbolo della città: nell’idea comune, e che corrisponde alla realtà, il lupo protegge i suoi cuccioli con la bocca, così come fanno molti animali. Quindi, essere “in bocca al lupo” potrebbe simboleggiare la protezione e rispondere con un “viva il lupo” potrebbe indicare auspicio di protezione, fortuna e successo.
Negli ultimi anni, come abbiamo accennato, questa risposta ha guadagnato popolarità, augurando la salvezza del lupo come simbolo di buon auspicio. La riscoperta di questa risposta è legata anche a una maggiore attenzione che tutti noi facciamo non soltanto al senso delle parole che usiamo, ma anche al ruolo degli animali nella nostra società.
Gli animali che vivono in natura, esattamente come quelli domestici e in cattività, vanno protetti: sottolineare quindi come risposta che non debbano crepare e anzi andare a esaltarli, secondo gli animalisti e non solo loro, è anche una forma di rispetto nei confronti dei lupi e della loro sopravvivenza – difficile – su questo pianeta.