Per combattere la moda del fast fashion e gli acquisti online fatti con leggerezza, da oggi arriva la nuova politica di reso.
Da oggi arriva una nuova politica di reso degli abiti e di alcuni prodotti acquistati online, non più gratuita, come era fino a ieri, ma che prevede un piccolo pagamento. Il tutto, pur di combattere la disastrosa moda del fast fashion e degli acquisti sul web, fatti con leggerezza, e che ogni anno producono in grosso inquinamento e un problema di smaltimento non indifferente.
L’introduzione del costo di restituzione da parte della nuova politica avviata in Italia e nel resto del mondo, è stata pensata per rallentare questa cattiva abitudine. Se prima le spese erano a carico delle aziende produttrici, d’ora in poi, le spese per il traporto e la rilavorazione dei prodotti sono a carico del consumatore. Una scelta maggiormente sostenibile e corretta.
Nuova politica di reso, non è più gratuita ma a spese del consumatore: cosa cambia
Le operazioni di restituzione, nel caso di un capo di abbigliamento errato (ma in certi casi anche di altri tipi di prodotti), prevedono un ritorno del vestito direttamente in fabbrica o nei magazzini di smistamento. Il percorso di ritorno, ovviamente, comporta una spesa, con il corriere che viene a ritirare l’abito da riconsegnare, per poi portarlo nel magazzino di provenienza, e ancora dal magazzino alla fabbrica produttrice.
La fabbrica, poi, lo rilavora, rietichettandolo, per poi rimetterlo in commercio, per ricominciare il giro. Tutto ciò ha uno costo e comporta certi consumi di energia, di carburante e di lavoro pratico. Non si tratta, dunque, di economia circolare, e produce dal 5% al 12% delle emissioni globali di CO2, percentuale generata dal solo settore della moda.
I consumatori, grazie a Internet, sono anche abituati male, poiché acquistano con leggerezza, senza informasi bene prima. Se nel negozio, questi hanno modo di provare i capi da acquistare, per poi decidere se recarsi alla cassa o lasciarli sugli scaffali, con l’online basta un semplice click. Tanto c’è il reso gratuito, perciò se si sbaglia taglia o c’è qualche altro problema, si restituisce il prodotto, gratuitamente.
Quanto si pagherà per restituire un prodotto
Da oggi non è più così, tanto che brand importanti come Amazon, Zara, H&M e tanti altri, hanno deciso di modificare le regole del reso, introducendo una tariffa per ogni reso effettuato. Le cifre variano da Paese a Paese. In Italia, la cifra per la restituzione di un capo è di 4,95 euro, mentre il reso resta gratuito se si riporta direttamente in negozio.
L’ e-commerce nel settore della moda in Italia comporta un 3% delle emissioni di gas serra. Di questo 3%, il 14% è dato proprio dal reso. Negli Stati Uniti, questo brutto fenomeno è dieci volte superiore, e contribuisce a un fortissimo inquinamento. Negli USA, non a caso, le politiche di reso sono ancora più severe, con il pagamenti di circa 7 dollari per ogni restituzione.
Il diritto di reso in Europa segue delle regole precise, laddove il cittadino, senza dover dare spiegazioni, ha diritto di restituzione di un qualsiasi prodotto entro 14 giorni dall’acquisto. Insomma, d’ora in poi, occorre prestare maggiore attenzione agli acquisti online, e affrontare una spesa più consapevole.