Appena approvata l’imposta sul reddito delle multinazionali, anche i giganti digitali sono costretti a pagare le tasse.
Se ne parlava da anni, e ora, finalmente, la Global Minumum Tax è diventata legge in tutta Europa. La UE, a partire da quest’anno, tasserà i colossi del digitale, le multinazionali che fatturano miliardi di euro e che non pagano quasi nulla all’estero. A partire da ieri, 1 gennaio, questa legge è entrata in vigore anche nel nostro paese, come nel resto dell’Europa.
Ogni multinazionale operante nel settore digitale dovrà versare il 15% dell’effettivo reddito in tasse. La Global Minimum Tax riguarda tutte le imprese con fatturato superiore ai 750 milioni di euro, che fino allo scorso anno pagavano un’imposta inferiore all’aliquota. Tra le sedi europee che avevano aliquota inferiore, ci sono Ungheria, Bulgaria, Cipro e Irlanda.
I colossi multimilionari chiamati a versare le tasse: la Global Minimum Tax è legge
Proprio a Dublino, in Irlanda, i colossi del web hanno spostato la loro sede europea, per pagare meno tasse. Facebook, Instagram, Messanger, WhatsApp, raggruppate nell’azienda Meta, hanno tutte sedi nella capitale irlandese (la Apple ha sede a Cork). Ora, le cose cambiano, e anche Meta e tutte le altre società multimiliardarie dovranno adeguarsi alle tasse in vigore in Europa.
Si tratta dell’ennesimo colpo che va ad aggiungersi alla “tassa sui grandi patrimoni”, da sfruttare per affrontare il deficit e per accelerare la transizione ecologica in Europa. In pratica, grazie alla nuova legge, l’Italia e tutti gli altri paesi europei riusciranno a recuperare fondi e risorse economiche. Ogni paese, con i soldi guadagnati, ha libertà di scelta su come spendere il capitale.
In teoria, anche se non è ancora stato stabilito, la UE sta pensando di fissare una regola secondo la quale obbligare ogni paese della Comunità a spendere una percentuale nella transizione ecologica, tutelando così l’ambiente, riqualificando le energie e contribuendo alla decarbonizzazione.
Gli obiettivi della nuova tassazione
L’obiettivo della Global Minimum Tax è quello di raccogliere 220 miliardi di euro, come riferisce l’Ocse. Le multinazionali, dunque, a partire da questo 2024 avranno una vita più difficile. Abituate a evitare il Fisco in tutti i paesi europei, da ieri sono chiamate a versare i giusti contributi. Secondo le stime, l’Italia dovrebbe reclamare circa 380 milioni di euro di tasse.
L’accordo della Global Minimum Tax è stato sottoscritto da 130 paesi, proprio per combattere la concorrenza fiscale, che spinge le grandi aziende a traslocare nei paesi dove si pagano meno tasse. In questo caso, ogni aziende multimilionaria non può sfuggire all’aliquota fiscale non inferiore al 15%. Si tratta di un accordo storico, anche se solleva alcuni dubbi sui cosiddetti “paradisi fiscali”, che puntano proprio su questo genere di intoppi.