Una prigione brasiliana ha arruolato delle oche, un esercito addetto alla sicurezza dell’intera struttura: queste sostituiscono i cani da guardia.
Succede nella prigione di São Pedro de Alcântara, nello stato di Santa Catarina, in Brasile, dove è stato “assunto” un gruppo di oche, in sostituzione dei cani da guardia. Gli animali fanno parte del sistema di sicurezza della prigione, pattugliando il perimetro della stessa e gli spazi recintati, per non far evadere nessuno.
Le oche sono lasciate libere in cortile, proprio per cercare di sventare i tentativi di fuga dei reclusi all’interno della prigione. L’istituto di massima sicurezza, che fa parte del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria (DEAP), ha deciso, qualche giorno fa, di sostituire definitivamente i cani da guardia con le oche, più attente a ogni movimento, e anche più aggressive.
Oche da guardia assunte per la sicurezza di una prigione brasiliana
Il direttore del carcere, Marcos Roberto de Souza, ha ammesso che la sorveglianza delle oche è davvero fondamentale per una prigione di massima sicurezza. L’intuito di questi animali, ovviamente, fornisce un aiuto in più, essendo sfruttato insieme alle telecamere di sorveglianza, gli agenti umani, i cani da guardia. L’esercito “con il becco” è capitanato dal caporal maggiore Piu Piu.
Lo hanno nominato così, il leader delle oche, e quando lo chiamano, questo risponde con un caratteristico verso, somigliante a un colpo di clacson. Piu Piu sembra riconoscere il proprio nome e accorre non appena viene chiamato. È lui che guida in avanscoperta il suo gruppo, facendo il giro della prigione e osservando ogni movimento.
Queste oche non sono una novità, il carcere ha iniziato a introdurle già dal 2009, per poi aumentarne gradualmente il numero. Fino a novembre scorso si contavano 16 esemplari, che convivono pacificamente tra loro ormai da anni e si muovono sempre in gruppo. Secondo gli agenti del carcere, questi animali sono stati introdotti perché emotivamente immuni con i detenuti.
Esercito di oche a guardia di un carcere di massima sicurezza
Insomma, i detenuti non possono comunicare con le oche, aggraziandosele, come facevano con i cani. Nel mese di dicembre, il direttore del carcere ha deciso di incrementare il numero di esemplari, ma non sappiamo in quale numero consista questo esercito. Ma come riescono questi pennuti a sorvegliare l’area e ad avvertire gli agenti umani?
Emettendo versi striduli per ogni accenno di movimento sospetto, versi distinguibili anche a distanza, inconfondibili. Talvolta, le oche, che sono animali abbastanza aggressivi, possono anche attaccare in gruppo. Tra l’altro, prendersi cura delle oche è più comodo rispetto ai cani, perché non necessitano di addestramenti particolari.
Al minimo segnale, i pennuti iniziano a starnazzare, emettendo versi di allarme. Infine, la vista di questi animali è davvero acuta, riescono a vedere movimenti sospetti anche con poca luce e a distanza, e percepiscono il movimento prima dell’essere umano. Il comportamento da sentinella fa parte dell’indole dell’oca, la quale, essendo molto territoriale, non esita ad assalire l’invasore.