Giappone, il terremoto “ha spostato” il Paese: come è stato possibile avere poche vittime

Il terremoto accaduto qualche giorno fa sulla costa ovest del Giappone ha spostato l’asse del Paese, nonostante ciò, le vittime sono state poche.

Paesaggio primaverile in Giappone
Paesaggio primaverile in Giappone (Orizzontenergia.it)

Il terremoto dello scorso 3 gennaio sulla costa ovest del Giappone è stato violentissimo, un sisma che è proseguito per ore, scatenando una scia sismica lunga e ripetitiva. La scossa principale è stata di 7.5 gradi, talmente potente da “spostare” il Paese di oltre un metro e sollevando alcuni punti di 4 metri. Il Giappone, lo sappiamo, è uno dei luoghi più soggetti a fenomeni sismici.

Proprio perché maggiormente esposto a terremoti e tsunami, il Paese del Sol Levante è dotato di un efficiente sistema per monitorare eventi simili, nonché di sistemi efficienti per evitare il peggio. In tutto il Giappone è possibile trovare una ampia rete di stazioni GPS, sparse in punti strategici, per misurazioni precise e per controllare ogni angolo, in modo tale da ricostruire il paesaggio in caso di deformazioni.

Il violento terremoto in Giappone di inizio anno: contenute le vittime

Panorama in Giappone
Panorama in Giappone (Orizzontenergia.it)

Il sisma di qualche giorno fa ha causato lo spostamento della costa ovest di 130 centimetri, un valore altissimo, che testimonia l’elevata energia che si è abbattuta sul Paese. Negli stessi istanti in cui accadeva la tragedia, i geologi hanno monitorato l’evento dallo spazio, grazie alle immagini satellitari, confrontando il prima e il dopo grazie all’occhio vigile del satellite ALOS-2.

Il satellite ha catturato immagini incredibili, evidenziando il sollevamento terrestre del Giappone di circa 4 metri, e uno spostamento verso occidente dell’area colpita. Ovviamente, anche il fondale oceanico si è spostato, generando uno tsunami con onde alte 80 centimetri. Nonostante tutti, si sono registrate poche vittime, ad oggi sono 92, e oltre 300 feriti, alcuni dei quali ricoverati in gravi condizioni.

Quasi un anno fa, il 5 febbraio 2023, un terremoto della stessa magnitudo aveva colpito la Turchia, causando oltre 50 mila vittime, mentre il terremoto di Haiti del 2010 aveva ucciso circa 100 mila persone. Il confronto tra i tre eventi sismici e il bilancio dei morti, fa capire gli altissimi standard di sicurezza del Giappone. Il Paese, nel corso dei decenni, ha investito sulla prevenzione.

Come il Giappone gestisce i terremoti più violenti

Come accennato, il Giappone, per forza di cose, ha imparato a gestire gli eventi sismici anche più violenti. Il territorio si trova, infatti, nel punto in cui incrociano quattro placche tettoniche, ed è quindi una delle aree più attive del pianeta. Secondo i calcoli, qui avverrebbe il 20% dei terremoti globali più potenti, e ogni 5 minuti si registra una scossa, ogni giorno.

Il Paese ha investito tantissimi fondi per rendere sicure le sue infrastrutture, per studiare edifici resistenti ai terremoti, e le regole dell’edilizia vengono aggiornate ogni anno. Inoltre, a scuola, tutti i bambini si esercitano ad affrontare i terremoti, perciò sanno tutti come comportarsi.

Inoltre, il Paese è dotato di un allarme in grado di avvertire i terremoti più grandi e di preparare la popolazione nel giro di 10 secondi. 10 secondi di anticipo non sono molti, ma spesso bastano per salvare la vita, o per preparasi al peggio, permettendo di nascondersi in luoghi sicuri, di mettersi sotto al tavolo, di uscire dalla porta di emergenza, di azionare i freni di un treno.

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