L’uomo è arrivato sulla luna, è vero, ma insieme a lui le scorte di cibo sono sempre state stipate secondo strani formati e in recipienti adatti alle condizioni dello spazio, non proprio il massimo. Da oggi le cose cambiano.
Le moderne tecnologie di conservazione dei cibi, soprattutto vegetali, sviluppate per le missione oltre Terra vantano un pregio particolare, quello di contribuire al progresso relativo alla coltivazione di semenze sulla terra (all’agricoltura, quindi). Ma in che senso? Scopriamolo assieme. Qualsiasi missione spaziale passata e futura deve fare i conti con la necessità del trasporto e della conservazione di derrate alimentari necessarie al sostentamento dei fortunati astronauti.
Fino ad oggi quello del trasporto di cibo oltre l’atmosfera terrestre non ha rappresentato un problema, al contrario le difficoltà maggiori si sono incontrate nell’ambito della conservazione dello stato del cibo che non sempre si è potuto mantenere fresco, sano e saporito, in special modo per quanto riguarda le verdure. Le agenzie spaziali hanno da sempre a che fare con questo dilemma che non sembra aver mai incontrato soluzioni allettanti. La domanda è: come è possibile che gli astronauti possano disporre di frutta e verdura fresche durante le loro missioni?
Cibo fresco, ortaggi e verdure nello spazio. La NASA arriva lontano
Al di là dell’atmosfera terrestre la terra, il sole e l’acqua non sono di certo presenti in maniera uniforme come sul nostro pianeta. Enti come la NASA stanno provando a rispondere al quesito sviluppando nuove tecnologie agricole innovative e all’avanguardia. Luci a Led, azzeramento dello spreco delle risorse produttive e loro riutilizzo circolare sono le tecnologie su cui l’ente sta lavorando per rendere possibile l’impossibile. L’aspetto interessante è che queste scoperte mostrano i loro vantaggi anche e soprattutto per l’organizzazione della tecnica agricola sul e del nostro pianeta.
Un esempio è costituito dal vertical farming. Questo specifico modo di produzione di lattuga, fragole, basilico e molto altro che non contempla l’utilizzo di suolo per la coltivazione ma postazioni inusuali (come gli edifici delle nostre città) implementa di molto i progressi tecnici che si stanno ultimando per le missioni nel cosmo. Questo aspetto è importantissimo per il periodo storico che stiamo vivendo in cui i rischi maggiori sono a carico della natura, degli ecosistemi e, quindi, della produzione di cibo sul nostro pianeta.
Le tecniche sviluppate per lo spazio potrebbero tornarci utili soprattutto per accorciare le filiere produttive e fornire cibo fresco a tutte le comunità del mondo in tempi relativamente brevi, anche e soprattutto in quelle zone dove le condizioni climatiche vanno via via peggiorando. Il vertical farming è solo un esempio di come grazie allo spazio possiamo migliorare la nostra vita sulla terra in questi tempi di crisi climatica e, quindi, esistenziale.
Coltura idroponica e vertical farming: come aiutare il pianeta e le missioni oltre terra
Lo studio della coltivazione di piante nello spazio rappresenta una materia specifica che ad oggi prende il nome di “astrobotanica”. Un altro metodo molto efficace tanto per lo spazio quanto per la terra è rappresentato dalla coltura idroponica. Questo speciale metodo di coltivazione richiede soltanto due elementi per la coltivazione e la crescita delle piante e dei vegetali: l’acqua e la luce, a led se nello spazio.