E’ una notizia a dir poco sorprendente e innovativa: è in arrivo la nuova lumaca robot che avrà il compito di combattere l’inquinamento
Ebbene sì, è proprio questa l’ultima frontiera nel mondo e soprattutto nell’ambito della lotta all’inquinamento. Stiamo parlando di un nuovo robot che avrà le fattezze di una piccola lumaca hawaiiana, e che potrebbe rappresentare un fondamentale punto di svolta. Ma in che modo? Cerchiamo di scoprirlo insieme.
Riuscire a contrastare la presenza ormai sempre più invadente e soprattutto incontrollata di microplastiche all’interno dei nostri oceani, mari e addirittura laghi è infatti uno dei principali obiettivi oggi giorno. Proposta dalla Cornell University, questa dunque ha tutta l’aria di avere le carte in regola per permetterci di fare il tanto agognato passo in avanti che aspettiamo in questa lotta.
Come prima cosa, però, cerchiamo di capire di cosa parliamo quando facciamo riferimento alla cosiddetta lumaca mela hawaiana: vale a dire un mollusco molto comune che è noto proprio per i flussi superficiali di acqua che riesce a genere con il movimento del proprio piede. Grazie a questi moti, infatti, queste lumache riescono in questo modo ad aspirare delle particelle di cibo galleggianti ed è proprio per questo motivo che sono state loro l’ispirazione per l’ideazione di questo nuovo robot. Al momento, però, si tratta ancora di un prototipo e soprattutto di dimensioni ridotte, ma quale sarà il suo funzionamento?
Come già detto, questa lumaca robot avrà proprio lo scopo di imitare un design esistente tramite la stampante 3D, ma in che modo riuscirà a ricreare i movimento di questi molluschi? Ebbene, lo farà attraverso un foglio flessibile, che le permetterà per l’appunto di ricreare il fondo ondulante grazie alla sua parte inferiore che ha una struttura elicoidale e che, dunque, induce l’ondulazione del fondo. Così facendo, il robot riuscirà ad aspirare in modo efficace e innovative le particelle di plastica che ormai occupano i nostri fondali.
Insomma, la lumaca robot rappresenta senza dubbio un papabile punto di svolta e soprattutto innovativo per riuscire a contrastare quello che è uno dei grandi mali di questi ultimi decenni: stiamo parlando proprio delle microplastiche, che oramai sembrano essere incontrollate nella loro presenza all’interno dei nostri mari e oceani.
Queste, in particolare, arrivano dalla frammentazione di tutti gli oggetti che utilizziamo ogni giorno e che tendono, dunque, a rilasciare piccoli frammenti di plastica: come ad esempio microfibre tessibili, prodotti per la cura personale e anche derivati di attività industriali. La loro presenza, dunque, è ormai incontrollata e da anni ormai sono numerosi i tentativi che vengono ideati per riuscire a contrastare il loro inquinamento.