Un gruppo di scienziati si è imbattuto in una riserva d’acqua antichissima, e i risultati emersi dai rilevamenti rivoluzioneranno lo studio della Terra.
Fin dai tempi più remoti la scienza si è cimentata nel calcolo dell’età degli elementi naturali più disparati. Il cratere più antico, l’albero più vecchio, il ghiacciaio più arcaico. Eppure, quasi nulla si è mai riuscito a calcolare per ciò che riguarda l’acqua. Finalmente, c’è una datazione scientifica su quale sia l’acqua più remota presente sul nostro pianeta.
Per poter resistere a lungo, naturalmente la riserva d’acqua di cui parleremo è stata ritrovata a dir poco in profondità. Si tratta infatti di una falda nascosta chilometri sotto la superficie terrestre. Questa scoperta apre nuove prospettive sulla dinamica sotterranea del nostro pianeta, sfidando le nostre conoscenze convenzionali della geologia terrestre. Vediamo i dettagli.
L’acqua più antica del pianeta: dove è stata scoperta
Otto anni fa, nel 2016, un team di geologi esperti si è addentrato nelle profondità più remote di una miniera in Canada. È stato l’incipit di un viaggio straordinario che ha consentito di scoprire per la prima volta un capitolo inedito nello studio del nostro pianeta. A capo di questa incredibile spedizione scientifica c’era una figura di assoluto valore nell’ambito della scienza geologica: la Prof.ssa Barbara Sherwood Lollar.
Intento a rilevare elementi utili per la propria ricerca, il team, una volta arrivato alla profondità di circa 3 chilometri, si è trovato dinanzi ad uno spettacolo assolutamente inaspettato. Difatti, non solo ha scoperto trovato una sorta di pozzo d’acqua, ma anche un corso d’acqua sotterraneo vero e proprio. Per così dire, un fiume, datato miliardi di anni e che è giunto fino ai nostri giorni probabilmente senza subire alcuna modifica da parte della natura.
La scoperta della Prof.ssa Sherwood Lollar e del suo team di geologi, totalmente inattesa, si può a tutti gli effetti definire come una prova tangibile e inestimabile della storia della Terra. Si tratta, specificatamente, di una riserva d’acqua che risale quasi agli albori del nostro pianeta. La datazione, infatti, si attesterebbe all’incirca tra 1,5 miliardi di anni fa e 2,64 miliardi di anni fa.
Nell’acqua è emerso il solfato: presenza di vita
Imbattersi in questa scoperta impensabile per preziosità e valore scientifico non è stata però l’unico dato strabiliante in cui il team è incappato. Dalle analisi chimiche dell’acqua è stata rilevata la presenza di solfato, testimonianze di presenza di vita. Ciò ha ovviamente aperto a nuovi scenari sulla ricerca di fonti di vita nel nostro intero sistema solare.
La cosa sorprendente scoperta dal team di geologi è che il solfato non era dovuto ad un deposito superficiale, bensì a una reazione chimica data dal contatto continuo tra la roccia e l’acqua. Ciò ha reso chiaro agli scienziati che quindi, questo tipo di reazione, ha una continuità ed una persistenza strabilianti.
Tuttavia, dopo l’analisi chimica, l’analisi biologica e l’analisi geologica, uno dei punti più curiosi e a suo modo affascinanti della scoperta è stata l’analisi organolettica. Infatti la prof.ssa Sherwood Lollar non ha saputo resistere ed ha assaggiato l’antichissima acqua con un dito, per scoprire che sapore avesse. La professoressa ha poi dichiarato che, al gusto, l’acqua era sia salata che amara.
Quello che è stato scoperto nelle profondità della caverna canadese offre una quantità enorme di elementi scientifici grazie ai quali sarà ora possibile delineare un nuovo profilo nello studio del nostro pianeta, e dà nuovi spunti per l’applicazione in altri campi di ciò che emerso.