Mangi spesso il tonno in scatola? Allora è arrivato il momento di conoscere alcuni retroscena.
Il tonno in scatola è veloce da mangiare e può essere inserito in tantissime ricette diverse. Apprezzato tanto nelle stagioni calde quanto in quelle più fredde, si classifica tra i più acquistati in un supermercato. Le varianti in vendita sono tantissime e spesso lo si trova in offerta a prezzi molto convenienti. Ma quali sono i retroscena di questo prodotto? Ci sono dei rischi e degli effetti collaterali che tutti dovrebbero conoscere.
E’ considerato una scelta pratica e un modo veloce per fare il pieno di proteine e omega 3 con pochi euro e senza dover cucinare. Tuttavia, corpo e ambiente ne risentono: le considerazioni che adesso elencheremo, derivate da alcune ricerche scientifiche, dovrebbero spingere a limitarne il consumo.
Tonno in scatola: la verità che in pochi conoscono
Un consumo eccessivo di tonno in scatola può avere degli effetti collaterali per la salute: prima di tutto, un grande svantaggio è dato dalla presenza di mercurio. A seconda del tipo di tonno che si sceglie, è presente più o meno quantità di questo metallo pesante. Una volta accumulato nel corpo umano, può portare a problemi neurologici e di sviluppo, come dichiara uno studio pubblicato nel 2020 su “Environmental Research”. Secondo una stima effettuata dai ricercatori dell’Environmental Health Perspectives, il 90% dell’esposizione umana al mercurio negli Stati Uniti è dato dal pesce, mentre il 40% di questa esposizione viene nello specifico dal pesce pescato nell’Oceano Pacifico.
Il mercurio arriva nelle acque a causa degli scarti di vari attività produttive e finisce nel ciclo vitale degli organismi acquatici. I microrganismi lo trasformano in una tossina altamente velenosa chiamata metilmercurio, che va ad accumularsi nella carne dei pesci più grandi, come il tonno.
I sintomi di un abuso di mercurio consistono in prurito e formicolio alle dita di piedi e mani, debolezza muscolare, problemi di coordinazione, disturbi del linguaggio o dell’udito. Rappresenta un pericolo anche per le donne in gravidanza, poiché può causare disturbi del sistema nervoso centrale nei bambini. Secondo le raccomandazioni della Food & Drug Administration e l’Environmental Protection Agency, donne e bambini oltre i 10 anni dovrebbero limitarsi a due o tre porzioni di pesce e crostacei a settimana, scegliendo quelli con una minor quantità di mercurio. In quanto al tonno in scatola, superare le tre porzioni a settimana può diventare pericoloso per qualsiasi essere umano.