Il 2023 ha segnato ogni record, gli oceani del pianeta sono sempre più caldi, il surriscaldamento delle acque preoccupa gli scienziati.
E anche il passato 2023 ha fatto segnalare un record negativo per quanto riguarda il surriscaldamento globale. In particolare, un nuovo studio ha esaminato la temperatura degli oceani del pianeta, registrando valori preoccupanti: si parla di temperature in aumento comprese tra gli 8 e i 15 ZettaJoule rispetto soltanto al 2022, l’anno precedente.
Un surriscaldamento delle acque dei mari preoccupa gli scienziati, perché comporta drammatiche conseguenze, come tempeste più violente, venti forti, un maggiore rischio di inondazioni. Di tutti i mari, il Mediterraneo è il più sorvegliato, poiché è quello che si scalda di più. Secondo i dati riportati dai ricercatori, acque così calde, nel bacino Mediterraneo, non erano mai state registrate nell’ultimo millennio.
Temperature in aumento: a preoccupare sono gli oceani sempre più caldi
Il Mediterraneo si scalda sempre di più, di anno in anno, e ciò comporta gravi conseguenze. In questa area, gli esperti hanno registrato le temperature più elevate del 2023. Pubblicato sulla testata scientifica “Advances in Atmospheric Science”, lo studio mette in relazione l’aumento di temperatura degli oceani con la stratificazione e la salinità delle acque.
Essendo composto da circa il 70% dei mari, il pianeta fa affidamento proprio alle acque per assorbire il 90% del calore causato dal riscaldamento globale. Tuttavia, le acque salate diventano sempre più salate, stravolgendo la vita marina, le correnti oceaniche e le interazioni con l’atmosfera. La crisi climatica si abbatte sull’atmosfera e sugli oceani, e tutti noi ne paghiamo le conseguenze.
Ogni 8 giugno si celebra la Giornata Mondiale degli Oceani, così come lo scorso anno, il più caldo di sempre, così quest’anno, il WWF cercherà di sensibilizzare alla protezione dei mari. In particolare, per quanto riguarda l’area Mediterranea, si parlerà dell’importanza vitale del Canale di Sicilia e dell’area meridionale del Mar Adriatico.
Tropicalizzazione del Mar Mediterraneo: scenario preoccupante
Si tratta di due aree fortemente a rischio, ecologicamente e biologicamente significative, poiché tutela di biodiversità. WWF Italia lancia ancora una volta l’allarme per i nostri mari, parlando del 66,8% dei mari italiani in precario equilibrio e a forte rischio stravolgimento.
A contribuire alla distruzione degli habitat marini, c’è il traffico marittimo, la pesca insostenibile, l’inquinamento. In contesti del genere, popolati da milioni di specie animali, tra cui balenottere, capodogli, foche, tartarughe, squali, tonni, è urgente salvaguardare questo spazio ricco di vita e anche di paesaggi delicatissimi.
Ad esempio, nel Mediterraneo troviamo le montagne sottomarine, che sono 300 in tutto, profondissime fosse di 5 km di profondità, 500 canyon sottomarini contenenti milioni di specie marine. Un tesoro da tutelare e da preservare per il prossimo (preoccupante) futuro.