Siamo solo a maggio e abbiamo già esaurito le risorse energetiche che dovrebbero bastare per tutto l’anno: i dati sono preoccupanti.
Consumiamo più risorse di quante ne produciamo e produciamo più CO2 di quanto gli ecosistemi non siano in grado di riprocessare. Si tratta delle due verità universali che sono alla base del cambiamento climatico e di come l’azione umana stia impattando sul nostro pianeta, distruggendolo. In Italia, ad esempio, le cose non sembrano andare bene, tanto che già a maggio abbiamo esaurito le risorse che dovrebbero bastarci per tutto il 2024.
Stando ai calcoli del Global Footprint Network, infatti, abbiamo già raggiunto il cosiddetto overshoot day, cioè la data in cui le risorse per l’anno in corso sono state esaurite e abbiamo iniziato a consumare quelle del 2025. Lo scorso anno è accaduto il 2 agosto, mentre quest’anno il 19 maggio, con ben 3 mesi di anticipo rispetto al 2023.
Come si calcola l’impronta ecologica degli individui e dei Paesi?
Anche nel resto d’Europa e del mondo le cose non sembrano andare meglio: i dati relativi all’Italia, infatti, sono leggermente migliori rispetto a quelli di Francia e Germania, ma peggiori rispetto a quelli della Spagna. Per non parlare di Qatar, Lussemburgo, Emirati Arabi, Stati Uniti e Canada, nonché Belgio e Danimarca, che hanno raggiunto l’overshoot day già mesi fa.
Ma in che modo vengono calcolati questi dati che, come si è potuto notare, sono differenti per ogni Paese? Tra i parametri presi in considerazione si annoverano ad esempio il consumo di carne, pesce o derivati animali, il consumo energetico e l’eventuale ricorso a fonti rinnovabili, gli spostamenti in auto o in aereo e molti altri. In un Paese in cui si trovano meno allevamenti intensivi e la rete di trasporti pubblici è più efficiente, ad esempio, l’impronta ecologica dell’uomo sarà meno impattante.
Servirebbero 4 Italie per sfamare tutti gli italiani
In Italia, invece, a pesare maggiormente sono il cibo e i trasporti, che, come è noto, costituiscono due dei settori più impattanti a livello di emissioni di gas serra. Il consumo e, purtroppo, anche lo spreco di cibo nel Bel Paese raggiungono cifre preoccupanti: si parla di circa 30 kg pro capite all’anno. Per invertire la deriva dell’overshoot day, quindi, ci sarebbe bisogno di cambiare il modo in cui approcciamo e utilizziamo le risorse del pianeta.
Investire sull’energia rinnovabile, prediligere diete a basso consumo di carne e imparare a non consumare più del dovuto possono essere esempi di condotta responsabile. L’impronta ecologica media di un italiano è di circa 4 volte superiore alla disponibilità energetica e alimentare dell’Italia. Ciò significa che servirebbero almeno 4 Stivali per star dietro ai nostri consumi attuali. Tali dati dovrebbero metterci in allarme e convincerci a ridurre il nostro consumo energetico!