Non è un segreto che su molti prodotti ortofrutticoli che troviamo al supermercato rimangano tracce di pesticidi, uno tra tutti le fragole.
L’uso di diserbanti e erbicidi è regolamentato dall’Unione Europea al fine di preservare la salute pubblica. Allo stesso tempo, però, queste sostanze chimiche spesso determinano la riuscita di un raccolto, che altrimenti potrebbe ritrovarsi in balia di insetti e parassiti che andrebbero a cibarsene (ad esempio le lumache). Tra i frutti più contaminati, purtroppo, possiamo sicuramente annoverare le fragole.
Essendo prive di buccia da poter rimuovere, le fragole sono particolarmente soggette alla contaminazione da pesticidi, come dimostrano numerose analisi effettuate sui prodotti da coltivazione. Ma allora sarebbe meglio non consumarle? In realtà, oltre a prediligere le fragole di coltivazione biologica, si può anche imparare a lavare le fragole nel modo giusto, di seguito vi sveliamo come.
Metodi per lavare le fragole: così elimini le sostanze indesiderate
Non è un segreto che le fragole siano frutti delicati, che marciscono velocemente e dunque vanno consumati in fretta. Inoltre si possono schiacciare facilmente e per questo motivo la pulizia deve essere tanto accurata quanto delicata. L’ideale è preparare un mix con acqua e aceto, oppure con acqua e vino. La composizione alcolica di queste due sostanze contribuirà a disinfettare le fragole.
Poni attenzione a non lavare tutte le fragole in anticipo e anzi lava solo quelle che consumerai, per evitare che l’umidità le porti a marcire ancora più velocemente. Lascia le fragole a mollo per circa 10 minuti, per poi sciacquarle per bene. In alternativa questi frutti si possono lavare anche con un mix di acqua e bicarbonato oppure acqua e sale.
Tracce di diserbanti chimici sul cibo: come proteggersi?
In generale è buona norma lavare frutta e verdura con questi metodi, soprattutto se non si è certi della loro provenienza. Molto spesso si sente parlare di concentrazioni troppo alte di diserbanti o sostanze chimiche residue sugli alimenti.
Nelle ultime settimane, ad esempio, due formati di pasta Garofalo e Conad sono stati “incriminati” per la presenza eccessiva di glifosfato nella composizione. Il glifosfato, erbicida che in Italia si usa dagli ’70 ma vietato dall’UE a partire da dicembre 2023, è una sostanza dannosa per la biodiversità e potenzialmente cancerogena per l’uomo, spesso usata per la coltivazione dei grani.