Tantissime persone stanno pian piano sostituendo lo zucchero con i famosi dolcificanti, ma pochi conoscono le conseguenze
Gli edulcoranti, che sono anche chiamati dolcificanti, sono sostanzialmente delle sostanze che alcune persone utilizzano per dolcificare le bevande o i prodotti alimentari, come alternativa al tradizionale zucchero. Quest’ultimo può infatti alzare il livello di glucosio nel sangue, ed è per questo che i diabetici non possono assumerlo.
Tuttavia – secondo una recente ricerca – i dolcificanti artificiali nascondono una sorpresa inaspettata, che potrebbe far cambiare idea a tutti quelli che li preferiscono. Cerchiamo allora di capire di cosa si tratta.
Tra gli edulcoranti artificiali più famosi ci sono l’aspartame, la saccarina, la taumatina, il ciclammato, l’acelsulfame K e la neosperidina DC. Si tratta sostanzialmente di sostanze con un potere dolcificante molto elevato, anche se apportano delle bassissime calorie. Ad ogni modo – in base agli ultimi studi – gli esperti consigliano di non utilizzare spesso i dolcificanti artificiali, poiché potrebbero causare dei problemi al nostro organismo.
Il team guidato dalla ricercatrice della North Carolina State University, Susan S. Schiffman, ha infatti scoperto che questi particolari edulcoranti possono interferire con i batteri intestinali e danneggiare il DNA cellulare. Tuttavia – come affermano gli stessi studiosi – occorreranno altri studi ed esperimenti per confermare questa scoperta. Ciò che ha però lasciato senza parole la comunità scientifica è l’ultima ricerca pubblicata dall’Università della Florida.
La ricercatrice principale del progetto, Amelia G. Westmoreland, ha dichiarato che i dolcificanti artificiali stanno danneggiando l’ambiente, in particolar modo gli ecosistemi acquatici. Come è possibile tutto questo? Innanzitutto, lo studio americano afferma che il sucralosio (un dolcificante molto utilizzato negli alimenti e nelle bevande) è purtroppo una molecola super resistente e difficilmente degradabile.
Per questo motivo, quando viene accidentalmente dispersa nell’ambiente può avere un impatto ecologico negativo a lungo termine. Gli scienziati sono giunti a questa conclusione dopo aver eseguito un esperimento molto particolare. Prima di tutto, hanno prelevato dei campioni di acqua dolce e salmastra da una zona acquatica situata a Marineland (Florida), con l’obiettivo di esporli in laboratorio a diverse concentrazioni di sucralosio. Dopo 5 giorni i ricercatori hanno quindi ottenuto i seguenti risultati:
Cosa significa tutto questo? Secondo gli esperti, se i diatomee diminuissero notevolmente in un lasso di tempo breve, allora potremmo andare incontro ad una vera e propria catastrofe ambientale. Queste particolari alghe unicellulari sono infatti fondamentali per la vita negli oceani, poiché regolano i cicli del carbonio e dell’ossigeno. Se ci fosse invece un aumento dei cianobatteri rischieremmo di alterare gli equilibri ecologici, visto che queste alghe azzurre si cibano di altri microbi molto importanti per la natura.